Viaggio all’origine del visibile. Nunzio a Palermo

Museo Riso, Palermo – fino al 10 settembre 2016. Tra i principali scultori italiani emersi negli Anni Ottanta, Nunzio ha sviluppato una ricerca coerente, intorno allo statuto dell’immagine plastica e alla forma pura. Al Museo Riso presenta una selezione di opere di vari periodi, tra piombi e combustioni, con un allestimento rigoroso ed essenziale.

UNA TENSIONE FELICE
Austero, potente, monumentale. Il lavoro di Nunzio (Cagnano Amiterno, 1954), a caldo, si racconta così: nel respiro ampio che articola forme chiare, schemi razionali, geometrie in divenire. Una serie di modulazioni, tra la densità dello spazio e il piano della rappresentazione, tra l’intenzione di esplorare a piene mani la materia rude e il desiderio di ricondurre tutto all’idea, alla linea dell’astrazione. Quasi una faccenda ontologica. Niente cronaca, nessuna emotività, né narrazione né sentimento.
Ed è in questa tensione felice che il gesto dello scultore, la logica dell’architetto, la sensibilità del pittore, s’incontrano e si fanno occasione plastica. Ma anche grafica. E musicale. Quella del ritmo resta per Nunzio una faccenda importante. Pure qui nel segno dei contrasti. I suoi oggetti bruni – da cui affiorano ogni tanto virgole blu cobalto, fazzoletti o segmenti di bianco – esistono nello spazio come forme imperiture, celebrando la propria presenza assoluta.  Eppure tutto si muove, si piega, si mette a vibrare. E il tempo non è quello della storia o del ricordo, ma quello – presente e cadenzato – della scrittura.

Nunzio, Selva, 1990 - photo Peppino Sciortino

Nunzio, Selva, 1990 – photo Peppino Sciortino

LA MOSTRA
Così è, ad esempio, per la mostra realizzata al Museo Riso, a Palermo, in collaborazione con la Galleria Adalberto Catanzaro. Contro le pareti candide i corpi descrivono l’esatta partitura, la sintesi armonica. Sono sculture di varie dimensioni, come solidi in emersione, e un grande trittico su carta, che è anche l’unica parentesi chiara nella sequenza di grigi e neri.
Non c’è un criterio cronologico, ma una bella selezione di opere che trovano la possibilità di un dialogo, di una risonanza: tra loro e rispetto allo spazio. Quasi sembra che nessuno scarto temporale vi sia tra lavori di oggi o di vent’anni fa. Legno, piombo, combustioni, pastelli: dall’ordinata Selva del 1990, piano plumbeo scandito da forme appuntite, lineari e parallele, al Senza Titolo del 2016, che scava un parallelepipedo sulla superficie opaca, proiettandolo verso un infinito possibile. Nel mezzo, opere degli anni Zero e Dieci, tenute insieme da un’unica tensione robusta, da uno stesso groove scuro. A metà fra spinta celeste e radicamento terrestre.

Nunzio, Senza titolo, 2016

Nunzio, Senza titolo, 2016

TRA VUOTO E VOLUME
Essenziale l’allestimento, in cui il vuoto potenzia per contrasto i volumi drammatici: la frequenza piena e poi la sottrazione, la sospensione, la pausa. Senza che si interrompa la domanda chiave intorno alle cose nude e al loro destino di immagini, di unità estetiche o nuclei di senso. Ridisegnarne i contorni è quasi risalire incontro all’origine del visibile, forzando l’enigma resistente dell’invisibilità.

Helga Marsala

Palermo// fino al 10 settembre 2016
Nunzio
a cura di Bruno Corà
MUSEO RISO

Via Vittorio Emanuele 365
091 320532
[email protected]
www.palazzoriso.it

MORE INFO:
http://www.artribune.com/dettaglio/evento/54488/nunzio/

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Helga Marsala

Helga Marsala

Helga Marsala è critica d’arte, giornalista, editorialista culturale e curatrice. Ha innsegnato all’Accademia di Belle Arti di Palermo e di Roma (dove è stata anche responsabile dell’ufficio comunicazione). Collaboratrice da vent’anni anni di testate nazionali di settore, ha lavorato a…

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