Body Worlds. A mente aperta, a corpo libero

Dopo 35 milioni di visitatori nel mondo, dal 1995 ad oggi, la mostra sul corpo umano per il corpo umano arriva a Milano. Tra piccoli focolai politici e strascichi mediatici, il pubblico affluisce numeroso, religiosamente incuriosito.

Secondo Heidegger, dal linguaggio impariamo che nella parola ‘spazio’ “parla il fare-e-lasciare-spazio, la libera donazione di luoghi in cui i destini degli uomini che vi abitano si realizzano, nella felicità del possesso di una patria percettiva, nella infelicità dell’esserne privi o nella indifferenza rispetto all’una o all’altra di tali possibilità. Ne L’arte e lo spazio Heidegger si domanda esplicitamente: “Cosa sarebbe lo spazio in quanto spazio, pensato senza ricorrere, senza partire dalla determinazione del corpo?”.
Attraverso queste chiavi di lettura, concetti di libera donazione e di determinazione, di demarcazione del territorio corpo, Gunther Von Hagens’ Body Worlds approda a Milano, alla Fabbrica del Vapore. Sotto enormi teche di cristallo, appoggiati a superfici retroilluminate e davanti ad animazioni video e pannelli esplicativi, sono attualmente esposti al pubblico 20 soggetti interi, in pose realistiche, e 200 fra organi e sezioni di corpo umano.
Cervelli ischemici, polmoni di fumatori, cuori come veli, capillari come tessuti e corpi plastinati per intero (come il Cavallo impennato con cavaliere realizzato su ispirazione di un celebre disegno di Leonardo da Vinci, o come i Giocatori di poker ripresi in una scena del film Casino Royale della serie 007, entrambi i gruppi per la prima volta in Italia) ricostruiscono con dovizia scenografica e trasparenza muscolare l’espressività anatomica dell’uomo. Nel corpo di molti esseri umani. L’ambasciatrice, Il giocatore di basket, Il ballerino sulle punte, Il ginnasta sugli anelli e Lo sciatore volante culminano ne L’abbraccio, fra esplosi fisiosintetici e sezioni a tutto tondo.

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Gunther Von Hagens’ Body Worlds – veduta della mostra presso la Fabbrica del Vapore, Milano 2012 – photo Atto Belloli Ardessi

I corpi in mostra sono stati donati, attraverso atti ufficiali, da oltre 13mila persone in tutto il mondo, e sono stati ipostatizzati grazie a una complessa tecnica che permette, attraverso 1.500 ore di lavorazioni chimico-fisiche, di conservare perfettamente tessuti e organi, sostituendo ai liquidi corporei polimeri in silicone. L’effetto plastico e plastificato di ogni elemento trasforma il cadavere originario in corpo esplicativo, diventando infine scultura umana nello spazio. “Il nostro primo obiettivo”, racconta Angelina Whalley, medico e curatore delle mostre, “è la prevenzione sanitaria. Per gli spettatori è un’esperienza forte che spesso provoca cambiamenti nello stile di vita. Ma questo intento non è bastato a non sollevare polemiche.
Durante l’inaugurazione del percorso, proprio sotto l’occhio indiscreto delle telecamere della Rai, due rappresentanti del Comune hanno chiesto agli organizzatori della mostra di far rimuovere due elementi della vita prenatale. Sezione che, attraverso un feto plastinato, avrebbe messo in mostra lo sviluppo del neonato dalla cartilagine al sistema occhio. Solo a Milano, infatti, Body Worlds ha dovuto interamente privarsi della sezione tematica dedicata alla maternità e alla sessualità, ritenute offensive. Nessun esponente di Palazzo Marino, infatti, si è presentato alla conferenza stampa, mostrando rapporti di muta neutralità consensuale tra organizzatori e Comune di Milano. I principali quotidiani nazionali (dall’Osservatore Romano a Repubblica al Corriere della Sera) poi hanno messo sotto scacco l’intera eticità della mostra, attaccando fin dai primi giorni di agosto, in maniera preterintenzionale, i 2.000 mq dedicati all’anatomia e realizzati grazie alla donazione di volontari che hanno destinato il proprio corpo a questo tipo di esposizione.

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Gunther Von Hagens’ Body Worlds – veduta della mostra presso la Fabbrica del Vapore, Milano 2012 – photo Atto Belloli Ardessi

Ma mentre i dibattiti si moltiplicano e qualsiasi presa di posizione cultural-scientifica in merito sembra essere tabù, per tutta risposta i visitatori, peraltro estasiati, aumentano. Anziani, bambini, medici e commercialisti affollano le sale della Fabbrica del Vapore con divertita, incuriosita religiosità. Come a incarnare anche un’altra risposta, quella di Heidegger che scrisse: “Lo spazio, per fare spazio come spazio, necessita del corpo dell’uomo. E questo misterioso rapporto concerne il riferimento dell’essere per l’uomo”.

Ginevra Bria

Milano // fino al 17 febbraio 2012
Gunther Von Hagens’ Body Worlds
a cura di Angelina Whalley
FABBRICA DEL VAPORE
Via Procaccini 4
02 54915
[email protected]
www.bodyworlds.it

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Ginevra Bria

Ginevra Bria

Ginevra Bria è critico d’arte e curatore di Isisuf – Istituto Internazionale di Studi sul Futurismo di Milano. È specializzata in arte contemporanea latinoamericana.

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