A Milano parte la Settimana della Moda. Quest’anno in una logica tutta “green”

Greenpeace apre la settimana della moda milanese. L’evento, dal 20 al 25 settembre, guarda all’ecologia e allo sviluppo sostenibile e chiude i battenti con una sfilata sul green carpet.

Parte la Milano Fashion Week, nata nel 1958 e iscritta nel gotha delle big four, le settimane analoghe che si svolgono a Londra, New York e Parigi. Evento straordinario dell’edizione 2017 è il Green Carpet Fashion Awards, lanciato da Camera Nazionale della Moda Italiana, in collaborazione con EcoAge che premia il designer più capace, fra cinque finalisti, a realizzare una collezione Made In Italy nel rispetto dei valori sociali ed ambientali. Un codice etico, dettato da EcoAge, paladina della moda green, che prende in considerazioni le questioni inerenti l’impatto sociale ed ambientale generato dall’industria della moda, una industria in continuo cambiamento e capace di trasformare in trend fenomeni positivi e di evoluzione reale.
Sostenuto da Value Retail, l’unica azienda specializzata esclusivamente nello sviluppo e nella gestione del lusso contemporaneo e accessibile con 11 villaggi in tutto il mondo, che conferma la sua politica di promozione del nuovo inteso anche come talento responsabile. Un evento storico fortemente voluto da Livia Firth, fondatrice e direttore creativo di EcoAge, che chiuderà la Fashion week il 24 settembre con una premiazione al Teatro della Scala e un Green Carpet sul quale sfileranno grandi aziende come Fendi, Armani, Gucci, Prada, Valentino, Ermenegildo Zegna, Agnona, insieme ai designer emergenti e agli artigiani del futuro.

GREEN IS THE COLOUR

Una chiusura importante per una settimana che si apre il 20 settembre (chiudendo il 25) con il dibattito organizzato da Greenpeace Italia con rappresentanti di associazioni come Fashion Revolution e piccole e medie imprese da tutta l’Europa, impegnate nella strategia dello Slow-Fashion: una pratica che vede nella Fabbrica Lenta di Bonotto il miglior esempio non solo italiano. Il rallentamento del ciclo di produzione è un passo importante che porta ad un controllo sulla produzione non solo di carattere stilistico ma consente una salvaguardia sociale ed ambientale. Un progetto di sei anni mirato a ridurre le sostanze chimiche pericolose usate dalla fornitura mondiale del tessuto, e a controllare quella economia circolare dirompente di una produzione continua che minaccia noi e l’ambiente.

UNA SETTIMANA DELLA MODA “DIFFUSA”

È questo il cambiamento che la moda sta costruendo, con un lusso prodotto dalle mani e dalla materia prima soprattutto italiana. È un lusso nuovo, fatto di pezzi unici e rispettando l’ambiente e la nostra salute e magari anche chi lo produce lontano da noi.
Milano accoglie il nuovo in una Fashion-Week modello Salone del Mobile, un evento che non si concentra in un luogo solo, ma che con grande strategia coinvolge tutta la città, dalla tradizione del Teatro dell’Opera all’ex-caserma, tutto con efficienza ed eleganza ritrovata. Una settimana annunciata dall’evento “Milano XL-La festa della creatività” che lascia segni artistici su tanti luoghi della città dal 16 al 26 settembre, con il contributo delle aziende espositrici che con tessuti e accessori fanno emergere un know-how tutto italiano che non ha eguali nel mondo.

I NUMERI DELLA SETTIMANA

Il testimone della moda raccolto da New York e Londra si esprime con un calendario che impone una serrata tabella di marcia per assistere alle collezioni Spring Summer 2018: 60 passerelle, 80 presentazioni, 40 eventi, 800 showroom attendono un pubblico previsto di 25 mila persone. Pubblico e buyer, giornalisti, designer, socialstar, influencer saranno i protagonisti di una settimana che oltre al messaggio green ed etico presenta ancora di più il fenomeno delle sfilate uniche per uomo e donna. Dove si svolgeranno? Nei quartier generali come la sede di Prada in Via Fogazzaro 36, o quello di Fendi – che dal 2013 sfila nella Fondazione Pomodoro sottolineando il legame della maison con l’arte contemporanea -. E ancora: la nuova sede Gucci in via Mecenate, dove si situava l’hangar della fabbrica aeronautica Caproni e Armani, nel silos ex deposito di granaglie. Infine, gli edifici storici come Palazzo Archinto per Bottega Veneta, i musei come il PAC – Padiglione d’Arte Contemporanea per Diego Della Valle, che ha una lunga storia di amore e sostegno con questo spazio espositivo, e la Triennale per Versace e Fausto Puglisi; ma anche aree recuperate come la Sala delle Cavallerizze di via Olona ex scuderia e maneggio dell’800 per Blumarine. Fino al liberty del Palaghiaccio per Etro.

Clara Tosi Pamphili

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Clara Tosi Pamphili

Clara Tosi Pamphili

Clara Tosi Pamphili si laurea in Architettura a Roma nel 1987 con Giorgio Muratore con una tesi in Storia delle Arti Industriali. Storica della moda e del costume, ha curato mostre italiane e internazionali, cataloghi e pubblicazioni. Ideatrice e curatrice…

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