Il futuro di Altaroma. Intervista al direttore Adriano Franchi

Il direttore generale di Altaroma, Adriano Franchi, racconta quali sono i progetti in corso nell’ambito della manifestazione romana dedicata alla moda, che deve fare sempre più i conti con budget risicati e necessita del supporto delle istituzioni per garantire alla Capitale un evento di qualità.

Laureato in Giurisprudenza con indirizzo giuridico-economico e internazionalistico alla Luiss, Adriano Franchi, dopo le esperienze professionali in Federconfidi, Confindustria e Camera di Commercio di Roma, nel 2005 diventa amministratore delegato di Altaroma, la società consortile per azioni che promuove la moda nella Capitale, oggi presieduta da Silvia Venturini Fendi, per poi assumerne il ruolo di direttore generale.
Mentre è in corso la kermesse capitolina dedicata al fashion, in scena al Guido Reni District fino al 29 gennaio, Franchi descrive come si è evoluta la mission di Altaroma. Le sfide per il futuro, gli ostacoli che si incontrano sotto il profilo organizzativo e i progetti da preservare e valorizzare come A.I. Artisanal Intelligence e Who Is On Next?, trampolino di lancio per i nuovi creativi del made in Italy, eredità che il direttore di Vogue Italia Franca Sozzani, scomparsa di recente, ha lasciato alla città di Roma.

Come si è evoluta la mission di Altaroma nel corso degli anni?
Altaroma ha privilegiato un’ottica di sistema, valorizzando sempre di più, tra le competenze acquisite, quelle più coerenti e sinergiche con gli altri attori del sistema di promozione della moda italiana. Lo scouting e il supporto alla crescita dei nuovi talenti creativi sono le chiavi qualificanti dell’attuale mission, affiancati da un’attenzione rinnovata alla tradizione del saper fare.

Quanto conta il supporto delle istituzioni nella promozione e nella valorizzazione del made in Italy?
È importantissimo e, direi, determinante quando supportano iniziative, come quelle di Altaroma, che scommettono sul futuro, occupandosi di attori che muovono i primi passi sul mercato e imprese di piccolissime dimensioni. A livello nazionale è fondamentale il supporto del Ministero dello Sviluppo economico e dell’ICE, con risorse economiche importanti che, oltre a inquadrarsi in una chiara e condivisa strategia di sistema, vanno a beneficio anche di un importante indotto generato dai progetti di Altaroma, società partecipata di istituzioni territoriali.

Adriano Franchi, direttore generale Altaroma

Adriano Franchi, direttore generale Altaroma

Concretamente, oltre a garantire una forte visibilità ai talenti emergenti, come accompagna Altaroma il percorso stilistico dei nuovi creativi nel mercato nazionale e internazionale?
Oltre a fare scouting, Altaroma svolge una vera e propria attività di tutoraggio dei giovani designer a cui viene offerta la possibilità di presentare più volte i loro prodotti nei calendari di Altaroma, non solo in sfilate. Grazie al supporto dell’ICE, sono sempre più numerosi i buyer stranieri e la stampa internazionale, con i quali i giovani che partecipano alle nostre manifestazioni hanno l’opportunità di venire in contatto.

Perché molte maison italiane di alta sartoria scelgono sempre più spesso Parigi o altre città per presentare le proprie collezioni couture?
Per ragioni storiche, che vedono le istituzioni francesi da lungo tempo impegnate nel costruire un solido e organizzato sistema di sostegno all’alta moda. Parigi ne è la capitale indiscussa e qualsiasi tentativo di replica o emulazione appare piuttosto velleitario, così come non deve stupire che maison italiane vadano a sfilare a Parigi. Trovo incoraggiante che diversi giovani provenienti dal concorso Who Is On Next? nelle ultime edizioni di Altaroma presentino collezioni nella sezione Atelier del calendario.

Il concorso Who is On Next?, organizzato da Altaroma in collaborazione con Vogue Italia, è forse la più grande eredità lasciata dal direttore Franca Sozzani alla Capitale. Quali sono le cose da portare avanti in questo progetto e quali, se ci sono, quelle da cambiare?
È duro immaginare Who is On Next? senza Franca e questa eredità così importante, che ha consentito a Roma di qualificarsi come vincente piattaforma di lancio dei nuovi talenti del made in Italy, va gelosamente preservata e rafforzata, ampliando il sostegno nella creazione delle collezioni dei designer e allargando la rete di partner indispensabili per il percorso stilistico dei designer verso il mercato.

Altaroma

Altaroma

Parliamo di numeri e fatturati. Quanti dei giovani brand lanciati da Altaroma vendono effettivamente in Italia e all’estero?
La gran parte dei talenti selezionati attraverso Who Is On Next? espone nei più esclusivi punti vendita italiani e stranieri oltre a essere richiestissima dalle fiere internazionali di settore. Dai dati di cui disponiamo, risulta che già a pochi mesi di distanza dalla partecipazione alla finale del concorso, buyer e punti vendita arrivano a triplicarsi e i fatturati fanno registrare incrementi che arrivano a punte dell’80%.

A.I. Artisanal Intelligence, a cura di Clara Tosi Pamphili e Alessio de’ Navasques, è una perla della kermesse capitolina che ha il pregio di fondere il mondo dell’arte contemporanea a quello del costume e della moda con un minuzioso lavoro di ricerca. Un’idea che le altre fashion week non hanno avuto e che adesso è richiesta a Milano e anche all’estero. Quale potrebbe essere, a suo avviso, il modo migliore di preservare il progetto creativo?
È un importante progetto nato in seno ad Altaroma che ha dato origine a un’associazione attenta a individuare artigiani della moda che sappiano conciliare manualità e contemporaneità. Lo sforzo curatoriale che dà vita alle mostre visibili nelle nostre manifestazioni è sempre attento a inserire i designer individuati in un contesto di creatività interdisciplinare, ispirato ai canoni della tradizione. Sarebbe bello immaginare una evoluzione in una sorta di istituto di ricerca e promozione con adeguati supporti volti a consolidare la banca dati, agevolare le collaborazioni con l’arte contemporanea e altre identità affini già avviate e rafforzare una comunicazione che sappia raccontare la forza eclettica del progetto.

Guido Reni District, Roma

Guido Reni District, Roma

Da alcune edizioni Altaroma cambia location per le passerelle e accompagna i fashion addicted anche in un viaggio urbano che poche città possono permettersi. Ci sarà un headquarter sfilate definitivo o si preferisce continuare sulla prima strada?
Un headquarter stabile è auspicabile, anche verso l’abbattimento dei costi e l’ottimizzazione delle attività allestitive e di servizio. Tuttavia, sarebbe sciocco non prevedere iniziative che consentano di valorizzare, attraverso la moda, le ricchezze urbanistiche e monumentali di una città come Roma. Pubblico, turisti e operatori del settore, soprattutto stranieri, hanno sempre mostrato apprezzamento per progetti come Tale(nts) of Rome, sperimentato a luglio scorso e che contiamo di replicare qualora le risorse disponibili lo consentano, che fanno scoprire perle storico-architettoniche della città, spesso trascurate, limitrofe al nostro headquarter.

C’è qualcosa che, da direttore generale di Altaroma, vorrebbe proprio modificare della manifestazione, ma che è difficile a farsi perché si incontrano ostacoli economici e/o burocratici?
Le caratteristiche delle manifestazioni sono il risultato delle effettive possibilità che management e struttura hanno di operare. Purtroppo queste oggi vengono compresse fortemente da oneri gestionali ai limiti della sostenibilità, richiesti a società a capitale pubblico con soci istituzionali dalle ridotte capacità di investimento e azione. La ormai pressoché nulla possibilità di programmare per tempo le iniziative frena molto le potenzialità di una manifestazione che oggi, comunque, continua a difendersi molto bene.

Gustavo Marco P. Cipolla

www.altaroma.it

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Gustavo Marco P. Cipolla

Gustavo Marco P. Cipolla

Classe 1984, calabrese di origini, romano di adozione, Gustavo Marco P. Cipolla è un cittadino del mondo. Ama viaggiare, quando gli è possibile, e confrontarsi con realtà e culture sempre differenti. Le sue esperienze formative e professionali sono diverse: dalla…

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