Architettura e dialogo. L’esempio di Rozana Montiel

Fra i protagonisti della Biennale di Architettura di Venezia ancora in corso, la messicana Rozana Montiel intende la disciplina progettuale come uno strumento per ravvivare il senso di comunità.

Fra gli interventi esposti in ordinata sequenza all’Arsenale per la Biennale Architettura 2018, la fedele riproduzione della sezione di un muro perimetrale giace a terra, idealmente sostituita da uno schermo che trasmette in tempo reale immagini da una calle. Autrice di questa onirica finestra affacciata sulla città, la messicana Rozana Montiel, che nel “trasformare le barriere in orizzonti” ha trovato la chiave per ricucire comunità. Per la progettista di Città del Messico, infatti, “l’architettura è qualcosa di più che mattoni e malta. È costruzione di processi che consentono connessioni significative tra spazi e persone, innescando cambiamenti nella sfera pubblica e privata”.

ETICA E PRAGMATISMO

Una visione etica quanto pragmatica che trova nello spazio pubblico il suo naturale ambito di applicazione e nel progetto partecipato il suo efficace strumento. Come nella Housing Unit di San Pablo Xalpa, i cui abitanti, accettando di liberare le aree comuni dai recinti aggiunti negli anni e di attrezzarle con tettoie per il gioco e l’incontro, riscoprono un senso di appartenenza e condivisione. O nel complesso abitativo Manuel Ponce di Zacatecas, in cui una serie di micro-interventi trasforma la cicatrice lasciata da un canale dismesso in infrastruttura di quartiere per lo sport e la socialità. La sensibilità per i luoghi e i suoi abitanti spinge Montiel a vedere in ogni commissione un’occasione per realizzare strutture di inclusione. È il caso della Cancha di Veracruz, dove alla richiesta di una semplice copertura per un campo sportivo la progettista risponde con un grande portico dotato di sale polifunzionali, negozi e aree gioco e persino di una piazza con giardino botanico. Un centro per la comunità locale che diventa anche polmone verde a protezione della biodiversità.

Rozana Montiel Estudio de Arquitectura with Alin V. Wallach, Fresnillo Playground © Sandra Pereznieto

Rozana Montiel Estudio de Arquitectura with Alin V. Wallach, Fresnillo Playground © Sandra Pereznieto

I PROGETTI

All’entusiasmo di abitanti e amministratori locali fa ben presto eco il riconoscimento al di fuori dei confini nazionali. Nell’arco di soli dodici mesi, Montiel si aggiudica prima il titolo di Emerging Voice 2016 dell’Architectural League di New York e poi il Moira Gemmill Award 2017 dell’Architectural Review di Londra. Un sorprendente successo internazionale da cui l’architetto spera nascano nuove occasioni per testare il suo metodo. Come racconta ad Artribune, “vorrei partecipare a progetti di mobilità urbana, ripensare modelli abitativi e studiare le strutture che contribuiscono alla costruzione di un senso civico”. Intanto la progettista è impegnata nella ricostruzione post terremoto 2017, con la riabilitazione di uno spazio pubblico a Jojutla e un complesso di abitazioni a San Mateo del Mar. Sfide, queste, che vanno oltre il recupero materiale dei luoghi, in cui l’architettura come “costruzione sociale” di Rozana Montiel farà – ancora una volta – la differenza.

Marta Atzeni

http://rozanamontiel.com/

Articolo pubblicato su Artribune Magazine #44

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Marta Atzeni

Marta Atzeni

Interessata alle intersezioni fra l'architettura e le arti, si è laureata in Architettura presso l’Università degli Studi Roma Tre con una tesi teorica sui contemporanei sviluppi delle collaborazioni fra artisti e architetti. Collabora con l’AIAC nell’organizzazione di eventi, mostre e…

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