Pascali e il Museo di Polignano. Intervista a Rosalba Branà

Nel 1968 moriva Pino Pascali, un cinquantenario che la Fondazione Pino Pascali di Polignano a Mare celebra con un fitto calendario di eventi. Rosalba Branà, direttrice della Fondazione, illustra le iniziative che puntano a una lettura aggiornata dell’artista pugliese con dibattiti, esposizioni e originali confronti.

I cinquant’anni dalla morte di Pascali costituiscono il punto di forza della programmazione 2018 del museo. Quali sono le iniziative messe in campo?
Le celebrazioni per l’anno pascaliano si aprono il 24 marzo con la mostra Dialoghi 0.3 Pino Pascali e Claudio Cintoli. Siamo giunti alla terza edizione ed è la modalità con cui la Fondazione ha avviato una rilettura di Pascali, dopo il confronto Pino Pascali e Luigi Ghirri. ll mare e il cielo, che metteva in relazione l’opera 32 mq di mare circa di Pascali (per l’occasione restaurata dalla Fondazione) con Infinito di Luigi Ghirri.  L’edizione successiva, del 2015, proponeva Dialoghi 2.0. Pascali e Bonalumi, Castellani, Fontana, Manzoni ed esaminava le influenze dell’ambiente milanese su Pascali.

Come avverrà il confronto con Cintoli?
Il confronto tra Pascali e Claudio Cintoli avverrà tra opere di matrice più poverista. Entrambi nati nel 1935, spingono verso una teatralizzazione dell’arte tipica degli Anni ‘60/70, in cui confluiscono istanze della cultura contadina e della crescente civiltà industriale. Segue, in primavera, Aperto per restauro, un’innovativa iniziativa che permetterà al pubblico e agli studenti di assistere ai restauri di due opere importanti di Pino Pascali della Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma.

Dialoghi. Pino Pascali e Luigi Ghirri, Il mare e il cielo. Photo Cosmo Laera

Dialoghi. Pino Pascali e Luigi Ghirri, Il mare e il cielo. Photo Cosmo Laera

Sono previsti anche momenti di dibattito e di confronto tra operatori e studiosi?
Il 24 e il 25 maggio ci sarà il convegno Pino Pascali tra memorie e prospettive. Intorno al 1968, focalizzato su un anno che segna la nascita di alcune delle sue opere fondamentali (tra cui I bachi da setola e la Vedova Blu). La storia personale e artistica di Pascali verrà quindi intrecciata con quella di un periodo storico dirompente, ancora oggi simbolo di contestazione e di rivoluzione politica e sociale, ma anche oggetto di discussioni, ripensamenti e polemiche. Tra gli altri, partecipano al convegno Fabio Sargentini, Achille Bonito Oliva, Vittorio Rubiu, Pietro Marino, Marco Tonelli, Francesco Stocchi.

In un territorio pugliese ormai sempre più sguarnito sul fronte del contemporaneo, il Museo Pino Pascali resta un presidio prezioso. Quali strategie saranno individuate per rafforzare la vostra identità e per non disperdere la credibilità capitalizzata?
Negli ultimi anni la Fondazione Pascali sta assumendo sempre più un ruolo preminente nella Puglia del contemporaneo, con molti riconoscimenti nazionali e internazionali. Uno dei nostri punti di forza è il Premio Pino Pascali, interrotto per anni e ripreso sotto la mia direzione, un premio che rafforza la nostra identità a livello nazionale e locale. L’ultimo è stato assegnato a Hans Op de Beeck, la cui mostra ha ottenuto grande successo di pubblico e di critica.

Hans Op De Beeck. Premio Pino Pascali 2017. Photo (c) Marino Colucci - Sfera

Hans Op De Beeck. Premio Pino Pascali 2017. Photo (c) Marino Colucci – Sfera

Un sistema del contemporaneo che in Puglia soffre della mancanza di punti di riferimento istituzionali vi avvantaggia o vi penalizza?
La presenza della Fondazione Museo Pino Pascali costituisce un ineludibile volano di crescita culturale strettamente legato alla promozione turistica della Puglia, in perfetta sintonia con le politiche culturali e turistiche della Regione Puglia. La mancanza di punti di riferimento credo che in parte ci penalizzi, sebbene, in mancanza di altri musei d’arte contemporanea, siamo spinti a collaborare con altre prestigiose istituzioni fuori dalla nostra regione. Abbiamo creato la Rete dei Musei dell’Adriatico con partner croati, albanesi, montenegrini e greci e siamo entrati nel Polo Museale Regionale.

In questa direzione, fondazioni o centri per l’arte contemporanea promuovono sia scambi con altre istituzioni sia eventi espositivi delocalizzati. Come vi orientate su questo fronte?
Non posso non menzionare la nostra costante collaborazione con la Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma. Abbiamo partecipato alla 54. Biennale di Venezia e abbiamo svolto un interessante incontro presso Palazzo Grassi a Venezia, invitati a presentare le nostre attività. Stiamo avviando collaborazioni con altre istituzioni francesi pubbliche e private, abbiamo collaborato con la Fondazione Prada per il Premio Pascali alla Djiurberg, e di recente abbiamo stretto rapporti con la National Gallery di Tirana e con il bellissimo Museo di Cetinjie.

Marilena Di Tursi

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Marilena Di Tursi

Marilena Di Tursi

Marilena Di Tursi, giornalista e critico d'arte del Corriere del Mezzogiorno / Corriere della Sera. Collabora con la rivista Segno arte contemporanea. All'interno del sistema dell'arte contemporanea locale e nazionale ha contribuito alla realizzazione di numerosi eventi espositivi, concentrandosi soprattutto…

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