Chi era Fernanda Wittgens? Un libro ricorda la direttrice di Brera

Un libro edito da Skira ricorda la figura di Fernanda Wittgens, prima direttrice della Pinacoteca di Brera a Milano. Figura importante nella storia dei nostri musei, nella storia della critica d’arte e – last but not least – per il suo impegno antifascista.

Ricordo il mio primo incontro con il personaggio di Fernanda Wittgens: studiavo all’Università Statale di Milano, all’Istituto di Storia dell’arte, dove era presente un fondo, allora non ancora catalogato, da lei lasciato in eredità. Ero ventenne e la figura della storica dell’arte, scomparsa molti anni prima, nel 1957, alla quale Milano aveva pure dedicato una via nei pressi di corso Italia, mi incuriosiva parecchio. Ma poche erano le notizie, se non le sue importanti pubblicazioni.
Così ricordo di essermi fatta regalare il suo prezioso quanto raro volume su Vincenzo Foppa del 1949. Una lettura fondamentale, che insegna un metodo per avvicinarsi alla storia dell’arte, metodo che Wittgens aveva appreso da Paolo d’Ancona suo maestro, ma anche da Lionello Venturi, al quale aveva chiesto consigli per l’argomento della sua tesi di laurea, discussa, appunto, alla Statale nel 1926, su I libri d’arte dei pittori italiani dell’Ottocento, argomento per l’epoca a dir poco originale.

UN LIBRO PER CONOSCERE FERNANDA WITTGENS

Ma come spesso accade per gli storici dell’arte, la sua figura era ricordata quasi soltanto dagli addetti ai lavori. Credo, quindi, che il volume da poco pubblicato per i tipi di Skira con la cura attenta di Giovanna Ginex, “Sono Fernanda Wittgens”. Una vita per Brera, sia utile e importante per avvicinarsi alla grande storica dell’arte, prima donna direttrice della Pinacoteca di Brera. Il libro, oltre al testo della Ginex, contiene quelli di James M.Bradburne, Erica Bernardi, Emanuela Daffra e un’antologia di alcune lettere della studiosa, che durante la sua breve vita (1903-1957) ha intessuto importanti rapporti e ha condotto fiere battaglie per la Pinacoteca di Brera e non solo.

Publifoto, Le sale dell’Accademia di Belle Arti devastate dai bombardamenti, agosto 1943. Milano, Archivio Publifoto

Publifoto, Le sale dell’Accademia di Belle Arti devastate dai bombardamenti, agosto 1943. Milano, Archivio Publifoto

LA LOTTA, DENTRO E FUORI BRERA

Interessante la sua lotta, per la quale più volte si è rivolta a Roberto Longhi, per il riconoscimento della storia dell’arte lombarda. In tal senso va letta la battaglia per il trasferimento a Brera degli affreschi dell’oratorio di Mocchirolo, nei pressi di Lentate sul Seveso, che gli venivano donati dai Passardi, proprietari degli stessi. Era un modo per costruire un percorso della storia della pittura lombarda che trovava nel Foppa e quindi nel Caravaggio il proprio acme. Ed è proprio Wittgens che riesce a far acquisire alla Pinacoteca il dipinto di quest’ultimo, Cena in Emmaus, in occasione del 25esimo della direzione della pinacoteca di Ettore Modigliani, al quale succederà nella ricostruzione della Pinacoteca, di cui aveva salvato il patrimonio negli anni di guerra.
Tra gli aspetti che nel libro più emergono di Wittgens, il suo impegno sociale, politico, civile. La donna fu, infatti, incarcerata a San Vittore, negli anni di guerra, per antifascismo. Vicina al Partito d’Azione, ebbe un intenso rapporto politico e umano con Ferruccio Parri dal quale, tuttavia, rifiutò un incarico politico, sottolineando senza retorica alcuna il ruolo di autonomia degli intellettuali e degli artisti.

– Angela Madesani

“Sono Fernanda Wittgens”. Una vita per Brera
Skira, Milano 2018
Pagg. 160, € 19
ISBN 8857239268
www.skira.net

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Angela Madesani

Angela Madesani

Storica dell’arte e curatrice indipendente, è autrice, fra le altre cose, del volume “Le icone fluttuanti. Storia del cinema d’artista e della videoarte in Italia”, di “Storia della fotografia” per i tipi di Bruno Mondadori e di “Le intelligenze dell’arte”…

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