Strategie per la fotografia. Intervista a Lorenza Bravetta

Abbiamo incontrato Lorenza Bravetta, Consigliere del Ministro Dario Franceschini per la valorizzazione del patrimonio fotografico nazionale, per approfondire alcuni passaggi chiave del “Piano strategico di sviluppo della fotografia in Italia” appena pubblicato dal MiBACT. Con uno sguardo al futuro e agli interventi programmati.

Venerdì 4 maggio è stato pubblicato sul sito del MiBACT il “Piano strategico di sviluppo della fotografia in Italia”; il Piano ha una durata quinquennale (2018-2022) ed è stato realizzato con l’obiettivo di determinare nuove prospettive e opportunità per la fotografia a livello nazionale e internazionale. Abbiamo incontrato Lorenza Bravetta, Consigliere del Ministro Dario Franceschini per la valorizzazione del patrimonio fotografico nazionale, che cinque mesi fa ci aveva raccontato i lavori in corso per la redazione di questo documento strategico e che oggi attende la definizione degli scenari politici all’interno dei quali dovranno realizzarsi le azioni e gli interventi previsti dal Piano.

Ci siamo lasciati con le Passeggiate Fotografiche Romane alle porte, ci ritroviamo alla vigilia della notte bianca della fotografia organizzata nel quadro di Fo.To – Fotografi a Torino, in programma il 12 maggio; due iniziative che per la loro genesi e le loro caratteristiche testimoniano la reattività del sistema fotografia nazionale agli stimoli che il MiBACT ha cominciato a dare più di un anno fa con gli Stati generali della fotografia.
Innanzitutto bisogna premettere che il “Piano strategico di sviluppo della fotografia in Italia” restituisce un sistema frammentato per competenze, responsabilità e programmazione dal quale emerge la necessità di “fare regia” e “fare rete” per affermare il valore del nostro patrimonio fotografico e della nostra produzione contemporanea. Trattandosi di uno scenario molto eterogeneo e sempre più ricco di iniziative che nascono in modo capillare su tutto il territorio nazionale, il Ministero ha voluto innanzitutto dare un segnale di presa d’atto di questa rinnovata attenzione al linguaggio fotografico.

In quale modo?
A partire dall’analisi del contesto di riferimento, il Piano definisce la strategia e gli indirizzi per tentare di mettere a sistema quello che sta avvenendo, non tanto razionalizzandolo in un unico filone quanto creando le condizioni per sostenere le eccellenze che emergono da un panorama così vivace e variegato. L’affermarsi di iniziative come quelle che evocavi, sostenute direttamente dal Ministero (come nel caso di Passeggiate Fotografiche Romane) oppure nate per volontà di un Comune (come per Milano Photoweek) o ancora per volontà di un privato (come per Fo.To), testimonia la necessità e la volontà di lavorare per alimentare e valorizzare questo fermento. Quando il Ministro Franceschini nel gennaio 2017 ha voluto creare la Cabina di regia per la fotografia e mi ha nominata Consigliere per la valorizzazione del patrimonio fotografico ha sicuramente colto l’urgenza di dare delle risposte a un settore che si sta articolando in modo sempre più ricco, offrendo al contempo un punto di riferimento ai numerosi operatori del settore, sia a livello nazionale che internazionale.

Lorenza Bravetta. Photo © Andrea Guermani

Lorenza Bravetta. Photo © Andrea Guermani

In quanto punto di riferimento, ci puoi spiegare meglio il quadro normativo all’interno del quale opererà questo Piano? 
Il Piano è stato approvato formalmente dal Ministro e dai Direttori Generali del Ministero il 14 dicembre scorso ed è successivamente diventato oggetto di una Direttiva Ministeriale firmata il 28 febbraio 2018; c’è stato quindi un iter piuttosto lungo e articolato per registrare la Direttiva alla Corte dei Conti, registrazione avvenuta soltanto il 4 maggio scorso, data in cui il Piano è stato pubblicato sul sito del Ministero. Il Piano in quanto tale è un indirizzo strategico a cui fa riferimento la Direttiva del Ministro e la Direttiva a sua volta rimanda alle singole Direzioni Generali del Ministero per il finanziamento delle parti di competenza. Le quattro Direzioni Generali coinvolte nel piano sono la DG Educazione e Ricerca con l’Istituto centrale per il catalogo e la documentazione (che si sta occupando da ormai un anno e mezzo del censimento degli archivi e delle raccolte fotografiche), la DG Archivi, la DG Arte e Architettura contemporanee e Periferie urbane per tutta la parte di creazione contemporanea e la DG Musei per la parte che concerne le collezioni pubbliche. Inoltre, la Direttiva prevede che venga istituita una Segreteria tecnica in seno al Segretariato Generale del Ministero con una funzione di coordinamento trasversale alle DG; questa Segreteria tecnica si occuperà altresì di monitorare e verificare l’attuazione del Piano, al fine di misurarne i risultati e gli impatti sui cinque anni di programmazione.

Considerati i contenuti del Piano e il lavoro che è stato fatto, non avete pensato di intervenire con una Legge quadro invece che con una Direttiva di indirizzo strategico?
La verità è che ci è mancato il tempo tecnico perché questo Piano potesse diventare una Legge. Non avendo potuto affrontare tutta una serie di riforme fiscali e normative – che a mio parere andranno affrontate al più presto ‒ ci si è “limitati” a dare il quadro attuale di riferimento. È evidente però che per dare un vero e proprio impulso al settore, al di là di un sostegno pratico ed economico, è indispensabile che vengano attuate delle riforme che favoriscano, per esempio, gli investimenti, la defiscalizzazione, l’esportazione delle opere. Non ci sarebbe sembrato né serio né opportuno promettere che avremmo riformato il sistema perché eravamo consapevoli che sarebbero serviti tempi più lunghi; quello che ci auguriamo è che con la nuova legislatura si possano affrontare anche questi temi e contestualmente si attivino velocemente in tutti i territori dei tavoli Stato-Regione e/o Stato-Comune che consentano di far rientrare le iniziative locali nella strategia descritta dal Ministero.

Luigi Ghirri, Riccione, 1984. Courtesy Collezione Fotografia MAXXI Architettura

Luigi Ghirri, Riccione, 1984. Courtesy Collezione Fotografia MAXXI Architettura

Ci puoi spiegare in concreto cosa si possono aspettare gli operatori della fotografia nei prossimi mesi, ovvero quali saranno i primi passi e se e come opererete di concerto con i territori e le istituzioni?
Trattandosi di una Direttiva ministeriale, il Piano dovrà essere prima di tutto oggetto di una circolare del Segretariato Generale che la diffonderà alle Direzioni Generali; questo prevede che ogni Direzione Generale abbia in competenza delle azioni specifiche e che assieme alla Segreteria tecnica venga istituita anche una Commissione interna al Ministero per valutare a quali azioni dare priorità e quali di queste mettere in campo con più forza – soprattutto in un 2018 in cui siamo già a metà dell’anno e tutto non si potrà evidentemente fare. Quello che ci si può realisticamente aspettare è la pubblicazione di alcuni bandi e l’apertura di nuove opportunità concrete affinché chi produce fotografia, chi pubblica dei libri, chi presenta delle mostre possa trovare un sostegno non solo economico ma anche istituzionale. L’obiettivo di questo Piano non è solo quello di dare un inquadramento economico al settore, ma anche quello di creare un sistema virtuoso di scambi e di opportunità trasversali in grado di scardinare un modus operandi frammentario e parcellizzato a favore di modalità di coordinamento e collaborazione che consentano a ciascuna realtà territoriale di esprimere la propria specificità al massimo livello.

Presentando il documento, il Ministro Dario Franceschini ha dichiarato che “la fotografia è parte rilevante dell’arte contemporanea e della creatività italiana”. Considerato il tuo percorso professionale passato (direttrice di Magnum Photos per l’Europa Continentale e Direttrice di Camera Centro Italiano per la Fotografia) e presente (Consigliere del Ministro Franceschini e Consigliere di amministrazione della Triennale di Milano), qual è il tuo punto di vista di fronte all’ambiguità/incertezza con cui spesso si considera la fotografia all’interno del mondo dell’arte, in particolare contemporanea?
L’ideazione e la scrittura di questo Piano sono state condivise a partire dall’esigenza di dare alla fotografia un riconoscimento forte e un protagonismo assoluto. Poiché fino a ora la fotografia è stata sempre molto considerata ma, nella maggior parte dei casi, in modo funzionale a qualcos’altro, l’intento è stato innanzitutto quello di creare un approccio che mettesse finalmente la fotografia al centro. È chiaro però che non si possa prescindere da una considerazione della fotografia come strumento di documentazione, di comunicazione e di espressione artistica trasversale a tutti i settori non solo dell’arte ma anche della cultura sociale e politica. Personalmente considero questo Piano un primo tassello di un progetto più ampio: possiamo dire di aver raggiunto un traguardo che in realtà è l’inizio di un percorso che andrà affrontato collocando la fotografia in una dimensione di multidisciplinarietà assoluta. Anche se l’Italia è il primo Paese in Europa a dotarsi di un Piano strategico di sviluppo – e questo penso che lo possiamo dire con orgoglio e con fierezza ‒ il mio sogno è quello di non vedere più la fotografia in un’ala o una sala specifica dei nostri musei, bensì mischiata al resto in quanto forma di espressione artistica pienamente autonoma.

Forse è anche in virtù di questa visione che il Piano dedica in modo trasversale una particolare attenzione alle “nuove generazioni”.
Il Piano prevede l’avvio di un progetto di educazione all’immagine a partire dalla scuola primaria. All’inizio ci saranno delle azioni che saranno principalmente dei test; a seguire, auspichiamo di poter coinvolgere il MIUR affinché tali azioni possano diventare organiche e sistematiche. Con l’anno scolastico 2018/19 partiranno le prime esperienze laboratoriali nelle Regioni in cui sono già stati individuati i referenti incaricati che si occuperanno sia della formazione dei formatori che della formazione degli alunni. Rispetto ai licei invece l’approccio sarà legato alla transdisciplinarietà e la fotografia verrà introdotta come strumento per leggere la storia, la letteratura, la filosofia, la matematica, ecc.; infine, nella formazione universitaria e accademica, l’urgenza sotto gli occhi di tutti è quella di affiancare all’offerta privata un’offerta didattica pubblica non solo per chi vuole diventare fotografo ma anche per le professioni sempre più numerose che ruotano intorno alla fotografia.

Mimmo Jodice, Genova, la sopraelevata, 2002. Courtesy Collezione Fotografia MAXXI Architettura

Mimmo Jodice, Genova, la sopraelevata, 2002. Courtesy Collezione Fotografia MAXXI Architettura

Spostandoci proprio sul versante professionale, quali sono le tue aspettative riguardo alla creazione di un “Registro pubblico dei fotografi professionisti”?
L’idea che sta alla base dell’istituzione del Registro è quella di mettere a disposizione di tutti uno strumento ufficiale per avere un riferimento sempre aggiornato su chi svolge la professione. Torno a dire che, malgrado non ci sia stato il tempo di fare quelle riforme fiscali di cui la professione maggiormente necessiterebbe, abbiamo deciso di non escludere il settore dal Piano in virtù dell’esigenza espressa e condivisa durante tutti i momenti di confronto sul territorio a porre la massima attenzione al tema, anche e soprattutto attraverso la definizione di criteri certi per riconoscere (e disciplinare) chi è professionista da chi non lo è.

Quale accoglienza pensi che possa avere il Piano nella prossima legislatura? Secondo te saranno garantite le risorse economiche necessarie per la sua attuazione?
Quello che posso dire al momento con certezza è che non vedo motivi ostativi al fatto che questo Piano venga portato avanti da chiunque subentri. Lo scenario italiano (e internazionale) è ricco e dinamico: ci sono festival, ci sono rassegne, ci sono centri che aprono, associazioni che si costituiscono, fotografi che si formano, nonché gallerie e fiere che attirano un pubblico sempre più ampio ed esigente. Il Ministro Franceschini ha sicuramente avuto l’intelligenza di comprendere che era giunto il momento storico di mettere ordine e dare impulso a un settore importante dell’industria culturale e creativa italiana, e penso che chiunque venga dopo non possa far altro che vedere di buon occhio questa iniziativa.

Alessandro Ottenga

www.beniculturali.it

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Alessandro Ottenga

Alessandro Ottenga

Alessandro Ottenga, laureato in Diritto Internazionale e dell'Unione europea alla facoltà di Giurisprudenza dell'Università degli Studi di Torino, è amministratore della ago srl, struttura che dal 2006 è specializzata nella fornitura di servizi integrati di consulenza che prevedono una expertise…

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