Tutto Andy Warhol in una graphic novel

Il nuovo fumetto edito da BeccoGiallo rende omaggio al nume tutelare della Pop Art. Con un’intervista di fantasia che sottolinea l’inossidabile attualità di un talento geniale e lungimirante come Andy Warhol.

Se volete sapere tutto di Andy Warhol, vi basta guardare la superficie: dei miei quadri, dei miei film e della mia persona, ed è lì che sono io. Dietro non c’è niente”. Il 22 febbraio, nel giorno della ricorrenza dei trent’anni dalla morte del padre della Pop Art, è arrivata in libreria una graphic novel a lui dedicata. Le edizioni Becco Giallo hanno dato forma all’idea dello scrittore e sceneggiatore Adriano Barone, accompagnata dai disegni di Andrea Mozzato (Officina Infernale). Il fumetto, dal titolo Warhol. L’intervista, prende come citazione il titolo della rivista creata dallo stesso Warhol nel 1969 e ne ripercorre la vita privata e artistica attraverso racconti, aneddoti e contraddizioni.

UN’INTERVISTA IMMAGINARIA

Il fumetto è contraddistinto da una voice over. Un personaggio a tratti disincantato, a tratti intimo amico di Warhol. L’intervista è condotta da questo individuo esterno alla narrazione, che non ha una vera e propria identità: potrebbe essere un giornalista troppo curioso o la coscienza dell’artista. Di certo, questo personaggio rende efficace la narrazione e provoca un dialogo divertente e frizzantino. Adriano Barone ha letto più di una biografia di Warhol. Interviste, libri scritti dallo stesso pittore. Ha visto i documentari che Warhol ha realizzato, le pubblicità in cui è comparso. Ha studiato la logica della Factory e delle persone che ruotavano intorno a essa. Ha compreso che la storia di Andy Warhol, la sua vita privata e pubblica, sono piene di aneddoti e racconti interessanti che un semplice libro non sarebbe stato in grado di contenere. Ecco la necessità e la voglia di un racconto per immagini.

Adriano Barone e Officina Infernale, Warhol. L’intervista (BeccoGiallo, 2017) - cover

Adriano Barone e Officina Infernale, Warhol. L’intervista (BeccoGiallo, 2017) – cover

LA VITA REALE

Il punto di forza risiede nella scelta di utilizzare le opere di Warhol come sfondo delle vignette, ricostruendo le situazioni e i dialoghi che hanno dato loro vita e ispirazione. Warhol. L’intervista si posiziona come un fumetto-commedia: divertente, dai colori pazzi, innovativo. Ancora più interessante è il suo aspetto forse noir, forse pulp. Diverse sono infatti la sparatorie descritte fra le sue pagine. Adriano Barone e Andrea Mozzato sfruttano la chiave di lettura e comprensione di Warhol e ne fanno propria l’identità. Prendono la capacità dell’artista di Pittsburgh di interpretare la realtà del suo presente e seguono la sua necessità di fornire una visione quasi futurista e futuristica. Andy Warhol, negli Anni Sessanta, ha anticipato e colto la forza, struggente o progressista, del capitalismo e del mondo dello spettacolo. Con lui l’oggetto d’arte ha assunto ancora più chiaramente la forma dell’oggetto commerciale, ma mai privo di anima e “urla”. Warhol ha preso il reale e lo ha trasformato in immagine eterna, senza mai confondere l’arte con la vita. Facendo dell’arte la vita. Con le sue immagini troppo perfette a volte, troppo confuse altre, Warhol ha capito in quali conseguenze economiche, solitarie, distruttive si sarebbe imbattuta l’intera società mondiale di lì a poco. L’incubo che aveva nella testa e il suo bisogno di esprimerlo in un modo del tutto disordinato, lo hanno reso grande ed eterno.

Adriano Barone e Officina Infernale, Warhol. L’intervista (BeccoGiallo, 2017) - tavole

Adriano Barone e Officina Infernale, Warhol. L’intervista (BeccoGiallo, 2017) – tavole

FUMETTO E TESTO TEATRALE

Warhol. L’intervista è solo il punto di arrivo di Barone, poiché, accanto al fumetto, dalla sua penna è nato anche uno spettacolo teatrale. Andy&Warhol è il testo emerso quando il fumetto era a metà lavorazione. La necessità di questo “doppio” prende forma da quella voce over di cui prima, che non ha una chiara e univoca identità. “Lo spettacolo teatrale è molto diverso dal fumetto non solo per l’ovvia differenza delle due forme espressive ma anche per l’identità totalmente diversa dell’intervistatore”, dice Barone in un’intervista. “Inoltre la regia di Simone Belli e l’eccezionale fisicità di Jacopo Bottani fanno emergere un Warhol segreto, che nel mio testo è solo nascosto. Quindi i due risultati sono diversissimi: ci tengo a dire che, nonostante le similitudini, “Andy&Warhol” è un progetto parallelo ma non tratto dal fumetto”.
Tornando al fumetto, Warhol. L’intervista è in un certo senso insolito. Forse ancora più di nicchia anche se accessibile a tutti i lettori. A renderlo così interessante è sicuramente il “colpo d’occhio”. La copertina con i suoi colori così “pop art” e le varie vignette che mettono in risalto una grafica tanto curata. Non lo si può definire un fumetto tradizionale già solo per aver dato lo stesso spazio e la stesa importanza al testo come alle immagini. Le parole guidano le immagini, le immagini danno senso alle parole. Non ci sono supereroi, ma vita reale. Quella che Warhol ha raccontato con la sua arte e le sue opere e quella nuda, cruda ed effervescente che stava nelle sua testa dando origine a un grande vortice.

Margherita Bordino

Adriano Barone e Officina Infernale – Warhol. L’intervista
BeccoGiallo, Padova 2017
Pagg. 208, € 19
ISBN 8899016593
www.beccogiallo.org

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Margherita Bordino

Margherita Bordino

Classe 1989. Calabrese trapiantata a Roma, prima per il giornalismo d’inchiesta e poi per la settima arte. Vive per scrivere e scrive per vivere, se possibile di cinema o politica. Con la valigia in mano tutto l’anno, quasi sempre in…

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