Schütte, Bouroullec e Arad. Novità al Vitra Campus di Weil am Rhein

Dalla Blockhouse dell’artista tedesco Thomas Schütte alle due installazioni dei fratelli Bouroullec al breve cameo espositivo dedicato a Ron Arad, il siderale Schaudepot di Herzog & de Meuron, il sito industriale nelle campagne di Weil am Rhein, ha mostrato le sue nuove acquisizioni durante la settimana di Art Basel.

Il 13 giugno, mentre la settimana di Art Basel ha appena riservato il suo terzo giorno d’apertura ai professionisti, collezionisti, galleristi e artisti più influenti al mondo, a qualche chilometro di distanza, nella campagna tedesca, poco fuori il piccolo centro di Weil am Rhein, Vitra Campus mostra in anteprima a una ristretta rosa di giornalisti alcune nuove installazioni. Il classico appuntamento del Summer Party si terrà di lì a qualche giorno, ma vento e freddo, nemmeno durante l’anteprima per la stampa, lasciano intuire il principio di un’idea di estate.
La temperatura si attesta poco al di sopra di dieci gradi centigradi, il cielo scuro e basso minaccia pioggia costante, e per sostenere fisicamente le due diverse conferenze stampa, allestite all’aperto di fianco alle installazioni en plein air di Thomas Schütte e dei fratelli Bouroullec, vengono distribuiti plaid pesanti. Nonostante le premesse metereologiche autunnali rappresentino una tradizione per la settimana di Art Basel, la visita alla sconfinata area Vitra ne rimane sempre particolarmente segnata. Specialmente quando uno schivo, intimidito e sferzato dal vento Thomas Schütte si fa portavoce della sua nuova opera: un’improvvisa, piccola struttura-riparo, pensata come contrappunto rispetto ai padiglioni architettonici realizzati nei dintorni.

Ronan & Erwan Bouroullec, Ring, 2018. Campus Vitra, Weil am Rhein

Ronan & Erwan Bouroullec, Ring, 2018. Campus Vitra, Weil am Rhein

THOMAS SCHÜTTE E I BOUROULLEC

Come una sorta di scultura giocattolo, la Blockhaus è un rifugio ricavato da un modello in scala 1:10, esposto da Thomas Schütte nel 2016 presso la Galleria Konrad Fischer di Düsseldorf. La struttura a sei lati supporta un tetto zincato e si erge, sul fianco, verticalmente come la prua di una nave. Realizzata in pino nordico non trattato, la Blockhaus assumerà con il tempo nuove colorazioni, mentre i visitatori all’interno potranno sedersi su due lunghe panche e potranno bere da una fontana nera, lucida, plasmata in argilla refrattaria.
A un prato di distanza, proprio di fronte alla casa-modello di Schütte, sono state impiantate due diverse installazioni di Ronan & Erwan Bouroullec, chiamate Ruisseau e Ring, che invitano i visitatori a godere diversamente di due diversi elementi naturali presenti nel Vitra Campus: gli alberi da frutta e l’acqua, anche se, in questo caso, non potabile. Lungo la Álvaro Siza Promenade, dunque, Ruisseau si presenta come un abbeveratoio, una fontana lunghissima, un canale stretto, scavato in una base di marmo e riempito con acqua corrente, mentre Ring si offre come una piattaforma circolare di acciaio zincato che sembra galleggiare al di sopra del terreno. Circondando un ciliegio, può diventare seduta, oppure schienale per qualche pausa sull’erba, oppure sostegno per arrivare a cogliere i frutti più bassi sui rami dell’albero.

Ron Arad. Exhibition view at Vitra Design Museum, Weil am Rhein 2018. Photo Jürgen Gocke

Ron Arad. Exhibition view at Vitra Design Museum, Weil am Rhein 2018. Photo Jürgen Gocke

L’OMAGGIO A RON ARAD

Infine, dalla parte opposta, nel lungo edificio in mattoni dello Schaudepot, fino al 14 ottobre si potrà ammirare la breve esposizione dedicata a Ron Arad dal titolo Ron Arad: Yes to the Uncommon!, a cura di Heng Zhi. Al centro dei ripiani che supportano la collezione storica di sedute, appartenenti a Vitra, sono state poste alcune isole, alcune pedane scure che portano con sé i primi lavori degli Anni Ottanta del designer israeliano. Preceduto dalla macchina trituratrice Sticks and Stone (1987), posta proprio sul piazzale d’ingresso, il percorso enumera, fra le altre, la Rover Chair (1981), la Tinker Chair (1988), e le iconiche Big Easy (1988) e Little Heavy (1989). Da non dimenticare, inoltre, di osservare da vicino, come esempi di perfetto dominio della materia, la Well Tempered Chair (1986), la FPE Chair (1997) e la Tom Vac armchair (1997).

Ginevra Bria

www.vitra.com

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Ginevra Bria

Ginevra Bria

Ginevra Bria è critico d’arte e curatore di Isisuf – Istituto Internazionale di Studi sul Futurismo di Milano. È specializzata in arte contemporanea latinoamericana.

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