Sembra africano, si tiene a Berlino: parte Ngorongoro II, il week end autofinanziato degli artisti

La seconda edizione di Ngorongoro apre il week end delle gallerie, coinvolgendo nomi noti e debuttanti. Si svolge fino al 28 aprile a Berlino ed è totalmente autofinanziato

Prima del Gallery Weekend Berlin c’è Ngorongoro ovvero l’Artist Weekend Berlin, in numeri oltre 150 artisti in 6.000 mq a Weissense. Ngorongoro II, che si svolge nella capitale tedesca fino al 28 aprile, si pone l’obiettivo di bissare o addirittura superare il successo della prima edizione con oltre 15.000 visitatori in 4 giorni. Le premesse ci sono tutte: Ngorongoro ha fatto un grosso salto di qualità a livello curatoriale. Il caos organico un po’ da fiera d’arte della prima edizione ha ceduto il passo ad un percorso studiato che gioca con rimandi fra uno spazio e l’altro, mentre le opere trovano una perfetta collocazione nell’edificio che è ora un ibrido fra “white cube” e architetture dismesse.

UN PROGETTO TUTTO AUTOSOSTENUTO

Lo sforzo organizzativo ed economico è evidente, gli artisti e ideatori di NgorongoroChristian Achenbach, Jonas Burgert, Zhivago Duncan, Andrej Golder, John Isaacs, Andreas Mühe And David Nicholson – sono giustamente orgogliosi di essere completamente indipendenti, nessun logo, nessuno sponsor ufficiale, ma solo sostenitori: hanno infatti finanziato tutto con un’asta e con la produzione di un box a tiratura limitata con stampe degli artisti fondatori, venduti ad un prezzo competitivo con quello delle gallerie. Il suono dada Ngorongoro non è un’onomatopea, ma è il nome di un paradiso naturale in Tanzania che però ospita la più grande concentrazione di predatori in Africa, il contrasto naturale è alla base della mostra che tende più alla collisione che all’armonia. Il principio è semplice, artisti invitano altri artisti, media differenti, background eterogenei, provenienze più disparate.

I PARTECIPANTI

Nella lunga lista si scorgono i nomi (di tutto riguardo) di Roger Ballen, George Baselitz, John Bock, Mat Collishaw, Marlene Dumas, Martin Eder, Elmgreen & Dragset Gilbert and George, Gregor Hildebrandt, Andy Hope 1930, Jürgen Klauke, Alicja Kwade, Mark Manders, Paul McCarthy, Marilyn Minter, Shirin Neshat, Anselm Reyle, Robin Rhode, Anri Sala, Marie Steinmann, Thomas Zipp. Nella mischia generale spunta anche Giorgio de Chirico, perché l’idea è quella di creare un cortocircuito fra nomi noti e nuovi talenti ancora studenti presso le Accademie. Voluta l’assenza di didascalie sotto le opere, come sostiene Jonas Burgert durante la conferenza stampa: “l’opera d’arte una volta compiuta è indipendente dall’artista”, l’invito di esplorare gli spazi alla ricerca degli interventi senza guida, di essere un po’  flaneur senza schemi, pronti a soffermarci solo la dove vogliamo, non perché un’etichetta dice che dobbiamo (per i più tradizionalisti ci saranno comunque le planimetrie con i nomi). Se queste sono le premesse del Gallery Weekend, Berlino parte con il piede giusto.

Elena Bari

www.artistweekend.com


dal 26-27 aprile, dalle 10.00 alle 00.00
Lehderstrasse 34, Berlino

programma eventi:
Giovedì 26 aprile, 20.30 – 22.30 Eva Teppe / 22:00 – mezzanotte James Lavelle
Venerdì 27 aprile, 14:00 – 15:00 MuBo Band / 4 – 17 pm fuudch! / 8 – 22.30 Christoph Titz e Band
Sabato 28 aprile, 20:00 – 21:00 Menetekel / 9.30 – 22.15 ZON / 11.00 – 23.45 Von Spar

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Elena Bari

Elena Bari

Dopo aver conseguito la laurea in Storia dell'Arte con una tesi sul Design italiano nelle collezioni del MoMA di New York, si trasferisce a Milano per seguire il Master per Curatori presso l'Accademia di Belle Arti di Brera. Negli anni…

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