Nuovi spazi a Caserta e Milano per aA29. L’intervista ai tre galleristi

Una doppia sede, a Milano e Caserta, e uno stretto legame con la Reggia di quest'ultima città. Ora aA29 cambia spazi espositivi, due in un colpo solo. E qui racconta come e perché.

Com’è nata l’idea di aprire questa nuova galleria? Da quali esigenze, da quali istanze, da quali punti di partenza?
Gli spazi nuovi sono due, Milano e Caserta, e soddisfano le mutate esigenze espositive della galleria. Infatti gli spazi precedenti, sempre a Milano e Caserta, erano molto più piccoli. Questi, collocati all’interno di palazzi dell’Ottocento, ci permetteranno di sviluppare mostre maggiormente strutturate.

Descrivete in tre righe il vostro nuovo progetto.
Abbiamo inaugurato con la mostra di Sasha Vinci e Maria Grazia Galesi, La terra dei fiori, a cura di Daniele Capra e con testi di Gabi Scardi. È stata presentata presso la Reggia di Caserta nel 2017. Lo stesso progetto è migrato in autunno ad ArtVerona, dove ha vinto il Sustainable Art Prize indetto dall’Università Ca’ Foscari di Venezia. In galleria presenteremo foto, disegni e video inediti della performance realizzata alla Reggia.

Chi siete?
Siamo in tre: Gerardo Giurin e Andrea Esposito, titolari della aA29 Project Room, e Gabriela Galati, direttrice delle gallerie di Milano e Caserta. Gerardo Giurin e Andrea Esposito hanno avuto esperienze come assistenti e direttori di gallerie e art dealer. Gabriela Galati è docente presso la Naba di Milano e ha avuto esperienze di direttrice di galleria e curatrice a Buenos Aires, New York e Milano.

A livello di staff come siete organizzati? Vi avvalete di curatori esterni?
Lavoriamo sia con curatori interni come Gabriela Galati, che curerà la mostra di Kyle Thompson presso la Reggia di Caserta dal 27 marzo al 4 giugno, e presso la aA29 di Milano dal 10 aprile; sia con curatori esterni come Daniele Capra e Pietro Gaglianò, fra gli altri.

Su quale tipologia di pubblico (e di clientela naturalmente) puntate? E su quale rapporto con il territorio e la città dove aprite?
Il nostro pubblico di riferimento è attento alle tematiche socio-politiche, con particolare attenzione alle declinazioni storico-ambientali e antropologiche. Il rapporto con il territorio è molto stretto, ne è un esempio concreto la performance-mostra La terra dei fiori, che diventa la trasfigurazione positiva della Terra dei Fuochi.

Un cenno ai vostri spazi espositivi. Come sono, come li avete impostati e cosa c’era prima?
Sono degli appartamenti di fine Ottocento che prima erano abitazioni private. Dopo un’attenta ristrutturazione, sono state adeguati alle esigenze espositive della galleria. Lo spazio di Milano si sviluppa in unico ambiente rettangolare di circa 100 mq, mentre lo spazio di Caserta si sviluppa in diverse soluzioni espositive su uno spazio di 140 mq.

Ora qualche anticipazione sulla stagione in corso. Cosa proporrete dopo le mostre inaugurali?
A Milano proporremo la personale di Kyle Thompson ad aprile e la collettiva Domande sul vivente a fine maggio, entrambe a cura di Gabriela Galati, e dopo l’estate la prima personale italiana di Jompet Kuswidananto, a cura di Maurizio Bortolotti. A Caserta ai primi di marzo sarà esposto il lavoro di Yvonne de Rosa, artista napoletana, successivamente il lavoro di Kyle Thompson in parallelo con la Reggia di Caserta, mentre a settembre presenteremo una doppia personale con gli artisti Valentina di Rosa e Vincenzo Pagliuca.

Piazza Caiazzo 3 – Milano
Via Turati 19 – Caserta
aa29.it

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Redazione

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