Top 7. Le migliori mostre appena aperte a Venezia durante la Biennale

Da Mark Tobey alla Collezione Guggenheim a David LaChapelle alla Casa dei Tre Oci, dai vetri di Ettore Sottsass alla Fondazioni Cini alla doppia megamostra di Damien Hirst a Palazzo Grassi e Punta della Dogana. Ecco, non le troverete in questa top seven. Semplicemente perché sono mostre inaugurate nelle scorse settimane. Qui invece ci sono le migliori aperte durante l’art week che si avvia a conclusione.

GUSTON – GALLERIE DELL’ACCADEMIA

Philip Guston, The Palette, 1975. Olio su tavola, 132 × 202 cm. Collezione privata. © 2016 The Estate of Philip Guston / Hauser & Wirth

Philip Guston, The Palette, 1975. Olio su tavola, 132 × 202 cm. Collezione privata. © 2016 The Estate of Philip Guston / Hauser & Wirth

Ve l’abbiamo presentata con due interviste: alla figlia dell’artista, Musa Mayer, e alla direttrice del museo, Paola Marini. È la mostra di Philip Guston: rassegna gioiello di questa art week veneziana. Antologica pensata e ragionata, con un filo conduttore solido ma non forzato. E le opere: quelle giuste, ovvero quelle che ti aspetti e qulle che invece non ti aspetteresti, e che dunque aprono ulteriori prospettive. Da non mancare assolutamente.

LORIS GRÉAUD – ISOLA DI MURANO

Loris Gréaud, The Unplayed Notes Factory, Murano 2017

Loris Gréaud, The Unplayed Notes Factory, Murano 2017

Con l’attenta curatela di Nicolas Bourriaud, Loris Gréaud rianima una fornace in disuso nel cuore dell’Isola di Murano, dando forma a un intervento site specific che evoca i processi di lavorazione del vetro. Poetico e intimo, l’ambiente creato dall’artista francese porta nuovamente il fuoco e una preziosa sapienza artigiana tra i muri dell’ex fabbrica, tessendo una suggestiva trama di luci e input sonori che cullano la memoria di una pratica da salvaguardare.

ELISABETTA DI MAGGIO – QUERINI STAMPALIA

Elisabetta Di Maggio alla Fondazione Querini Stampalia

Elisabetta Di Maggio alla Fondazione Querini Stampalia

Non è l’unica mostra nella casa-museo in Capo Santa Maria Formosa (c’è anche Giovanni Anselmo, per dire). Ma la mostra di Elisabetta Di Maggio è quella che con più grazia e coerenza entra in dialogo con le sale, intessendo un dialogo proficuo e illuminante. Toccante la minuziosità dell’intervento con l’edera, meno riuscito – ma qui si parla di sfide impossibili – il confronto con Giovanni Bellini. Un’artista che in Italia andrebbe considerata assai di più.

YURI ANCARANI – CAFFÈ FLORIAN

Yuri Ancarani, Riogrande, Cafè Florian, Venezia 2017

Yuri Ancarani, Riogrande, Cafè Florian, Venezia 2017

Non è una mostra propriamente detta, ma è un film. È l’ultima edizione, in ordine di tempo, della rassegna Temporanea al Caffè Florian, in piazza San Marco. L’opera è appena conclusa ed è firmata da Yuri Ancarani. Non fatevi ingannare dal titolo: Rio Grande non ha nulla a che fare con il Canal Grande, ma è il confine naturale fra Stati Uniti e Messico. Un’altra grande prova del ravennate, fra i migliori a livello internazionale a lavorare sul limite poroso che distingue (?) arti visive e cinema.

JAN FABRE – ABBAZIA DI SAN GREGORIO

Jan Fabre, Skull with Woodpecker, 2017

Jan Fabre, Skull with Woodpecker, 2017

Un luogo magico a pochi passi da Punta della Dogana è quello scelto quest’anno dal fiammingo Jan Fabre per la sua ormai consueta presenza in Laguna durante la Biennale. Il titolo della mostra, Glasses and Bones, riassume chiaramente i materiali impiegati per realizzare le opere. E il mood è sempre quello cupo che inevitabilmente circonda ogni discorso sulla mortalità. Allestimento impeccabile, dettagli da osservare con cura.

INTUITION – MUSEO FORTUNY

Intuition, Palazzo Fortuny, Venezia, 2017. Gustave Courbet (France, 1819-1877) « La Vague » 1872-1873. Oil on canvas. Collection de Bueil & Ract-Madoux

Intuition, Palazzo Fortuny, Venezia, 2017. Gustave Courbet (France, 1819-1877) « La Vague » 1872-1873. Oil on canvas. Collection de Bueil & Ract-Madoux

Ennesima mostra organizzata dal mercante d’arte Axel Vervoordt nella casa-museo di Mariano Fortuny. La fascinazione è immutata, la sapienza nel costruire un percorso scenograficamente emozionante anche. Poco importa che il tema, l’intuizione, talora si perda: ben più valgono gli accostamenti fantasiosi e intelligenti fra opere distanti di secoli e continenti, con pezzi memorabili di artisti dai nomi celebri o malauguratamente sottovalutati. Non perdete il video – sì, il video – di Michaël Borremans.

THE BOAT IS LEAKING. THE CAPTAIN LIED – FONDAZIONE PRADA

Fondazione Prada, The boat is leaking, the captain lied

Fondazione Prada, The boat is leaking, the captain lied

Alla Fondazione Prada c’è una mostra difficile, questo è indubbio. Ma non di quelle che lasciano indifferenti. Il percorso non è predefinito, il filo rosso si costruisce man mano lungo la visita. Fra i banchi di una chiesa o sul palco di un piccolo teatro. A sovrintendere il tutto, da un lato il trio composto da Alexander Kluge, Thomas Demand e Anna Viebrock, dall’altra Angelo Morbelli con il ciclo pressoché completo dei suoi dipinti sul Pio Albergo Trivulzio. Anche solo per quest’ultima, commovente sala, una visita va fatta.

– Marco Enrico Giacomelli

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Marco Enrico Giacomelli

Marco Enrico Giacomelli

Giornalista professionista e dottore di ricerca in Estetica, ha studiato filosofia alle Università di Torino, Paris 8 e Bologna. Ha collaborato all’"Abécédaire de Michel Foucault" (Mons-Paris 2004) e all’"Abécédaire de Jacques Derrida" (Mons-Paris 2007). Tra le sue pubblicazioni: "Ascendances et…

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