Fotografia e scultura. Balthasar Burkhard e Carl Burckhardt in Svizzera

MASI, Lugano ‒ fino al 30 settembre 2018 // Museo Vincenzo Vela, Ligornetto ‒ fino al 28 ottobre 2018 Dalla fotografia di Burkhard alla scultura di Burckhardt, la Svizzera italiana dedica due ampie mostre retrospettive ai due artisti elvetici.

L’ampia retrospettiva dedicata a Balthasar Burkhard (Berna, 1944-2010) dal Museo d’arte della Svizzera italiana di Lugano, abbraccia mezzo secolo di storia e offre un’interessante panoramica sull’intero percorso artistico di una delle personalità, riconosciute a livello internazionale, che hanno contribuito in modo significativo alla rivoluzione della moderna pratica fotografica. Organizzata in collaborazione con il Folkwang Museum di Essen, il FotoMuseum e la Fotostiftung di Winterthur, la rassegna occupa l’intero piano sotterraneo del museo e propone un nutrito compendium di opere, che esemplificano l’estro e la sensibilità artistica di Burkhard.

LA MOSTRA

Dal documento alla fotografia monumentale si compone di immagini di grande formato in cui il corpo si trasforma in paesaggio e il paesaggio acquista simbolica valenza, richiamando all’occhio forme sinuose conosciute; città ritratte da lontano, che si arricchiscono di una forma di “brulicante vita primordiale”. Una serie di scatti di ginocchia umane, di schiene nude creano contesti suggestivi in cui lo spazio si dilata perdendo la rigidità della struttura museale. Affiancate da immagini di animali esotici fotografati con una grande cura estetica, che richiama i moderni look book di moda, e dalle fotografie che documentano il periodo di attività alla Kunsthalle di Berna come cronista d’arte contemporanea per il curatore Harald Szeemann. Oltre ai personaggi e alle esposizioni più significative tra gli Anni Sessanta e Settanta, che hanno segnato un’epoca, come When Attitudes Become Form alla Kunsthalle di Berna nel 1969 e la Documenta 5 del 1972. L’intera gamma di immagini in bianco e nero, comprensiva di un intenso ritratto fotografico dell’artista, annovera solo due scatti a colori su fondo nero. Si tratta di fiori, dalle linee e cromie decadenti, fotografati negli ultimi anni di vita di Burkhard.

Carl Burckhardt, Römerkopf, 1902. Collezione Werner Coninx in deposito permanente al Museo Vincenzo Vela, Ligornetto © Werner Coninx Stiftung, Zürich

Carl Burckhardt, Römerkopf, 1902. Collezione Werner Coninx in deposito permanente al Museo Vincenzo Vela, Ligornetto © Werner Coninx Stiftung, Zürich

CARL BURCKHARDT

In contemporanea alla retrospettiva dedicata a Balthasar Burkhard dal Museo d’arte della Svizzera italiana di Lugano, il Museo Vincenzo Vela di Ligornetto ospita colui che da molti è stato definito il padre della scultura moderna svizzera, Carl Burckhardt (Lindau, 1878 ‒ Ligornetto, 1923).
Critico d’arte e artista elegante, Burckhardt si è distinto nel panorama della scultura, divenendo un emblema di innovazione. Dotato di un estro pittorico di notevole pregio, si ritiene che la pittura fosse in realtà la sua più grande passione, sebbene la realizzazione di opere scultoree costituisse il suo obiettivo professionale primario.
Echi dall’antichità. Carl Burckhardt (1878-1923). Uno scultore tra Basilea, Roma e Ligornetto, curata da Gianna A. Mina e Tomas Lochman, rappresenta la prima tappa della mostra dedicata all’artista, che successivamente verrà ospitata dal Kunstmuseum di Basilea, toccando così i due poli fondamentali del suo vissuto e formazione professionale, la città in cui fu maggiormente prolifico, che conserva tutt’oggi un elevato numero di suoi interventi, e Ligornetto, in cui trascorse gli anni della maturità artistica, fino alla fine dei suoi giorni.

LE OPERE

L’esposizione occupa entrambi i piani del Museo Vela e si compone di una selezione di circa 120 opere, tra cui dipinti, disegni e bozzetti di studio per la realizzazione delle sculture, molte delle quali presenti nelle sale. Alla maestosa statua in gesso dell’Amazzone che conduce un cavallo il compito di accogliere i visitatori, introducendo da subito il tema mitologico della ricerca espressiva, che caratterizza l’intero percorso espositivo dominato da figure epiche, allegoriche, ispirazione a idoli e temi classici, caratterizzati da una ricerca estetica e plastica poliedrica. Seguono la Venere in marmo di tre colori, dono della Fondazione Sophie e Karl Binding, in dialogo con i dipinti della sala centrale del Museo Vela. Le opere pittoriche dominano il primo piano, tra sculture che rivelano la suggestione e influenza di maestri come Klinger, Maillol, Rodin, von Hildebrand o Marées.

Elena Arzani

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Elena Arzani

Elena Arzani

Elena Arzani, art director e fotografa, Masters of Arts, Central St. Martin’s di Londra. Ventennale esperienza professionale nei settori della moda, pubblicità ed editoria dell’arte contemporanea e musica. Vive a Milano e Londra.

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