Obama ha scelto l’artista Kehinde Wiley per il suo ritratto ufficiale. Sarà esposto a Washington

Come da tradizione anche Barack e Michelle Obama avranno il loro ritratto ufficiale che sarà esposto nella sala dei presidenti alla National Portrait Gallery di Washington. Rompendo con la tradizione, l’ex coppia presidenziale ha scelto due artisti afro-americani. Per Obama una star nascente della street art, per sua moglie Michelle una donna nera, artista emergente in ascesa…

Una scelta audace in linea con quella che è stata, almeno in parte, la sua gestione del mandato presidenziale, innovatore e votato al cambiamento. Per il suo ritratto ufficiale, che per tradizione viene realizzato per ogni presidente statunitense alla fine del suo mandato, Barack Obama (Honolulu, 1961) ha scelto Kehinde Wiley (Los Angeles 1977) esponente di punta della nuova generazione di artisti afro-americani. L’ex first lady Michelle Obama ha scelto, invece, Amy Sherald (Columbus, 1973), prima donna vincitrice della Outwin Boochever Portrait Competition, il concorso indetto ogni anno dalla National Portrait Gallery di Washington per indagare il genere del ritratto in chiave contemporanea.

Kehinde Wiley, Algorna Study II

Kehinde Wiley, Algorna Study II

LE SCELTE

Un esponente di “peso” della nuova generazione di artisti afroamericani ed un’artista donna emergente sono state le scelte dell’ex coppia presidenziale perfettamente in linea con due delle maggiori battaglie politiche che Barack da un lato e Michelle dall’altro hanno affrontato nel corso dei due mandati presidenziali e cioè la battaglia per la parità dei diritti tra uomini e donne e per i cittadini afroamericani. Ad annunciare i nomi degli artisti è stato lo Smithsonian Institution di Washington, che comprende undici musei cittadini tra cui lo Smithsonian National Museum of African American History and Culture, il museo dedicato alla storia degli afro-americani fortemente sostenuto proprio dagli Obama. I ritratti saranno esposti alla National Portrait Gallery di Washington nel 2018 nella stanza che ospita i dipinti di tutti i presidenti americani. Non è la prima volta che Obama si avvicina al mondo della street – art. Nel 2008 il poster realizzato da Obey, al secolo Shepard Fairey, ormai star indiscussa della street art internazionale, raffigurante Obama con una serie di parole chiave come “hope” (speranza) è diventato il simbolo della campagna elettorale prima e della vittoria presidenziale dopo.

GLI ARTISTI

Kehinde Wiley è noto per le sue tele in cui ripercorre la storia dell’arte classica in chiave afro-americana. Protagonisti delle sue opere sono le celebrities, le star dell’hip hop, del calcio e dello star system contemporaneo americano immortalati nelle pose tipiche in cui venivano rappresentati i grandi personaggi della storia dall’arte classica. La sua opera più nota è un dipinto che rappresenta il rapper Ice T, immortalato a cavallo come Napoleone Bonaparte. Una sorta di riscrittura della storia con i posti di potere occupati dai neri che porta ad una sovversione totale dei canoni iconografici con l’utilizzo di colori sgargianti e sfondi metropolitani che ricordano da vicino la street art. Amy Sherald è sicuramente meno nota del suo collega. Il ritratto a Michelle Obama è forse il suo primo incarico importante. L’ex first lady ha avuto modo di conoscere il lavoro della Sherald in occasione della vittoria del concorso Outwin Boochever Portrait Competition ed ha fortemente voluto che fosse l’artista afroamericana a dipingere il ritratto. Saranno realizzati una doppia coppia di ritratti: la prima, ufficiale, sarà ospitata del 2018 nella sala dei presidenti alla National Portrait Gallery di Washington, la seconda, invece, sarà collocata nella residenza privata degli Obama.

– Mariacristina Ferraioli

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Mariacristina Ferraioli

Mariacristina Ferraioli

Mariacristina Ferraioli è giornalista, curatrice e critico d’arte. Dopo la laurea in Lettere Moderne con indirizzo Storia dell’Arte, si è trasferita a Parigi per seguire corsi di letteratura, filosofia e storia dell’arte presso la Sorbonne (Paris I e Paris 3).…

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