David è morto. Una sorpresa e una conferma per Babilonia Teatri

Alcune note sullo spettacolo di Valeria Raimondi e Enrico Castellani. In programma all’Arena del Sole di Bologna fino al 21 febbraio.

LA SCOPERTA DI UNA PERFORMER
Il mondo si divide in due / erbivori e carnivori / io degli erbivori non mi fido / diffidare degli erbivori”: la strepitosa Chiara Bersani è la grande sorpresa di David è morto, la più recente produzione di Babilonia Teatri. Attrice, performer e danzatrice dai molti colori, in scena interpreta la fragile e feroce Iris. Forse sarebbe meglio dire: la fa esplodere, presentando dolenti e ironici brandelli di ciò che una volta si sarebbe definito “personaggio”.
In questo senso, rende un servizio inappuntabile alle parole di Enrico Castellani: Restituire a un autore un po’ di quella gioia, di quella forza, di quella vita politica e di amore che lui ha saputo donare, inventare”, come direbbe Gilles Deleuze.

A RISCHIO MANIERISMO?
La lingua è sempre quella frammentata del quasi-rap che li ha resi celebri, il punto di vista quello tenero e feroce dal cuore della provincia”, scrive Roberta Ferraresi su Doppiozero in merito a questo spettacolo, che gli autori presentano come un “racconto di cinque morti che parlano. Della loro vita e della loro morte. Sono cinque epitaffi di una moderna Spoon River”.
Neon a forma di cuore, palloni da basket, canzoni pop-rock, eterodirezione con voce off amplificata, frammenti di autobiografie quotidiane, messa in evidenza del dispositivo, elenchi di frasi brevi, termini in dialetto veneto, giustapposizione di lunghi monologhi detti con voce stentorea, riferimenti alla televisione e al cinema, testi detti in sincrono: in David è morto tornaNo molti stilemi del gruppo. Fin forse a rischiare, a tratti, un certo manierismo.

Babilonia Teatri, David è morto - photo Eleonora Cavallo

Babilonia Teatri, David è morto – photo Eleonora Cavallo

REALISMO A FRAMMENTI
In questo spettacolo, prodotto dal Teatro Stabile del Veneto – Teatro Nazionale e da Emilia Romagna Teatro Fondazione, rispetto al passato la narrazione appare più unitaria, il racconto maggiormente disteso.
Permane prioritario, a guidare le scelte registiche e interpretative, quel “principio di realtà” che da sempre caratterizza il loro lavoro. “La parola chiave è il realismo”, suggerisce la storica del teatro Cristina Valenti nell’introduzione ad Almanacco, il volume edito da Titivillus che nel 2013 ha raccolto vari testi dell’ensemble, “ai cui canoni si ispirano a ben vedere le tecniche della scrittura, a partire dall’abbondanza di dettagli e dal potere evocativo di scorci e frammenti di realtà. Realismo delle immagini, del linguaggio, delle prospettive”.
A tal proposito sarà interessante verificare quale direzione prenderà in futuro il rapporto con il reale di Babilonia Teatri: se si andrà verso una rassicurante conferma di stili e tematiche o se si sceglierà di esplorare vie profondamente altre. Staremo a vedere.

Michele Pascarella

www.babiloniateatri.it
www.arenadelsole.it

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Michele Pascarella

Michele Pascarella

Dal 1992 si occupa di teatro contemporaneo e tecniche di narrazione sotto la guida di noti maestri ravennati. Dal 2010 è studioso di arti performative, interessandosi in particolare delle rivoluzioni del Novecento e delle contaminazioni fra le diverse pratiche artistiche.

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