Giovanni dal Ponte protagonista alla Galleria dell’Accademia di Firenze. Una nuova acquisizione e un restauro in vista della grande mostra

Una nuova acquisizione e un restauro anticipano la grande mostra di novembre 2016. La Galleria dell'Accademia di Firenze si prepara a celebrare l'arte di Giovanni dal Ponte, pittore fiorentino nel passaggio tra Tardo Gotico e Rinascimento

Nelle sue Vite – una summa della storia dell’arte, attraverso le biografie dei suoi protagonisti – Giorgio Vasari aveva “riunito” sotto il nome di Giovanni da Ponte alcuni pittori attivi nell’area toscana – tra Firenze, Pistoia e Pisa – tra la metà e la fine del XIV secolo. Furono poi gli studi primo novecenteschi di Gamba, Toesca e Venturi a restituire a Giovanni di Marco – questo il suo nome –  l’effettiva data di nascita (di qualche decennio posteriore a quella azzardata da Vasari), la formazione – che non avvenne presso Buonamico Buffalmacco, ma nella bottega di Spinello Aretino – non prima di aver chiarito quel piccolo mistero legato all’identificazione del personaggio che aveva tratto in inganno Vasari.

UNA GRANDE MOSTRA PER L’AUTUNNO
Così Giovanni di Marco “che faceva bottega presso Santo Stefano al Ponte” ha acquisito nel secolo scorso – e con il progredire degli studi – un proprio catalogo di opere attribuite e una documentazione che ne scandisce alcune tappe fondamentali dell’esistenza e della produzione: a lui – personalità di passaggio nello scarto epocale tra Tardo Gotico e Rinascimento – la Galleria dell’Accademia di Firenze dedicherà la grande mostra dell’autunno 2016, in quell’ottica di studio e di riscoperta degli artisti attivi localmente di cui abbiamo già avuto un ragguardevole esempio con l’antologica sul manierista Carlo Portelli.
Anche in questo caso, l’allestimento – al quale contribuiranno i prestiti prestigiosi dalla National Gallery di Londra, dal Prado, dal Museum of Art di Philadelphia, dal Fogg Art Museum di Cambridge e un raro cassone dipinto dal Jacquemart-André di Parigi – sarà accompagnato da una campagna di restauri di cui è già possibile avere un’anticipazione.

Giovanni dal Ponte, Incoronazione della Vergine fra quattro santi prima dell'intervento di restauro, Firenze, Galleria dell’Accademia

Giovanni dal Ponte, Incoronazione della Vergine fra quattro santi prima dell’intervento di restauro, Firenze, Galleria dell’Accademia

IL RESTAURO COME STRUMENTO DI STUDIO
La questione dei restauri in occasione di una mostra è un fatto lodevole, fondamentale per quanto concerne il progresso negli studi dell’opera dell’artista, ed è quando è accaduto con la ripulitura dell’Incoronazione della Vergine e quattro santi, che fa parte della stessa collezione del museo fiorentino. L’intervento sulla tavola ha permesso di riscoprire il colore autentico del tappeto su cui poggiano i piedi i personaggi, che da blu scuro s’è rivelato essere d’un verde brillante con decorazioni a ricchi racemi dorati, ma soprattutto ha fatto luce sull’effettivo interesse dell’artista per l’utilizzo di soluzioni prospettiche e per l’introduzione di motivi di un certo naturalismo, propri dell’Umanesimo fiorentino. La cappa di San Domenico, i panneggi degli angeli musicanti, il gradino che funziona come “base” per l’intera composizione, hanno mostrato una resa inedita, sensibile, che guarda più alla realtà che all’elegante, ieratica astrazione trecentesca.

Giovanni dal Ponte, Madonna col Bambino in trono, tempera su tavola, cm. 120x60, Galleria dell'Accademia di Firenze, particolari dei volti della Vergine e di Gesù Bambino prima del restauro

Giovanni dal Ponte, Madonna col Bambino in trono, tempera su tavola, cm. 120×60, Galleria dell’Accademia di Firenze, particolari dei volti della Vergine e di Gesù Bambino prima del restauro

IL PASSAGGIO TRA GOTICO E UMANESIMO
E, ancora, in vista dell’esposizione e della nuova attenzione dedicata a Giovanni da Ponte, la Galleria dell’Accademia ha acquisito un’opera proveniente dalla Chiesa di Badia, nel cuore della città, ma da tempo in deposito presso la Certosa del Galluzzo, appena fuori Firenze. Si tratta di una delicatissima Madonna col Bambino in trono caratterizzata da un cromatismo squillante, da tocchi calligrafici e dalla profonda tenerezza del gioco di sguardi tra la madre e il figlio. E se è vero che la linearità è gotica, come lo è oro dell’aureole e delle sofisticate lumeggiature, è altrettanto percepibile il rosa soffuso che delicatamente segna i volumi delle guance.

– Maria Cristina Bastante

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