Fondazione Carriero. Fontana | Leoncillo

Fondazione Carriero, Milano – fino al 9 luglio 2016. Nelle stanze di Casa Parravicini, uno dei pochi edifici privati risalenti al Quattrocento a Milano, ha inaugurato un percorso doppio. Una ricerca che mette in luce duttilità, abissi, gestualità e trascendenza della materia plasmata da due scultori. Due artisti che, a partire dalla Biennale di Venezia del 1954, intraprendono percorsi compositivi e soluzioni di pensiero talvolta simili.

LA PRESENTAZIONE DEL CURATORE
Alla Fondazione Carriero sono stati posti in dialogo due artisti apparentemente diversi. Ma una volta approfondito il confronto tra Fontana e Leoncillo, attraverso lo sguardo sulla materia, si sono riscoperti i motivi, gli inneschi del pensiero che li hanno portati a convergere. E che li restituiscono alla contemporaneità.  Quel che realmente li accomuna sono le preoccupazioni di oltrepassare qualsiasi resa plastica. Speculazioni simili, anche se la modalità di realizzarle – cioè di renderle proprie dello spazio – alla fine è propria dell’uomo che risiede in ciascun artista”.
Con queste parole Francesco Stocchi introduce la seconda esperienza espositiva della Fondazione Carriero, una monografica doppia, storicamente bilanciata (a partire dalla 27. Biennale di Venezia, durante la quale entrambi sono invitati a partecipare, ognuno con una sala personale) e dal titolo Forma della materia.

CERAMICA E COLLEZIONE
Quel che colpisce, fin dalle prime citazioni dei due artisti, frasi stampate a parete bianco su nero, è l’estrema indipendenza della ricerca storica rispetto all’Informale, che lega l’impianto della mostra a una scrittura visiva materica e in continuo dibattimento tra due approcci gestuali. Una sintonia a distanza che si riscontra nei confronti diretti tra i diversi supporti. Un’unione parallela centrata sull’utilizzo processuale e teleologico della materia ceramica, attivata da sensibilità pittoriche.
Sebbene sia plausibile ritenere che i lavori esposti di Lucio Fontana (Rosario, 1899 –Comabbio, 1968) e di Leoncillo Leonardi (Spoleto, 1915 – Roma, 1968) possano rappresentare il riflesso della collezione di Giorgio Carriero, nessun’opera appartiene alle mura della casa-museo.

Fontana - Leoncillo – Forma della materia - installation view at Fondazione Carriero, Milano 2016

Fontana – Leoncillo – Forma della materia – installation view at Fondazione Carriero, Milano 2016

IL PERCORSO DELLA MOSTRA
Nella prima saletta al piano terra, alcuni disegni su carta di Leoncillo (Studio per mutilazione, 1962) sono esposti in presa diretta con due Concetto Spaziale (rispettivamente del 1954 e del 1956) di piccole dimensioni, l’uno bianco e l’altro nero. Rappresentando una sorta di matrice del percorso che si sviluppa, crescendo e ispessendo, in senso verticale oppure per densità. Un incipit che delinea una dichiarazione di poetica non sempre leggibile per analogie. L’alternanza fra tridimensionalità, bidimensionalità e ultra-dimensionalità si materializza tra le aggressioni magmatiche, le esondazioni fittili di Leoncillo (San Sebastiano nero, 1962 ma anche Vento rosso e Cuore rosso del 1958) e lavori più contemplativi di Fontana. Tavole cosmiche che impastano pigmenti di colori primari, a polveri di minerali, a fondi infiniti di non colore.
Il percorso s’inerpica per due piani, lasciando a fluttuare nel buio, quasi letteralmente, il visitatore dell’ultima sala, al terzo piano. Spazio in cui l’oscurità, nel nascondere i decori di stucchi, boiserie e carte da pareti, resituisce alla luce cinque Concetto Spaziale, Natura (1959-60), riportano al brodo primordiale, la covata della materia.

Ginevra Bria

Milano // fino al 9 luglio 2016
Fontana / Leoncillo – Forma della materia
a cura di Francesco Stocchi
FONDAZIONE CARRIERO
Via Cino del Duca 4
02 36747039
[email protected]
www.fondazionecarriero.org

MORE INFO:
http://www.artribune.com/dettaglio/evento/52602/fontana-leoncillo-forma-della-materia/

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Ginevra Bria

Ginevra Bria

Ginevra Bria è critico d’arte e curatore di Isisuf – Istituto Internazionale di Studi sul Futurismo di Milano. È specializzata in arte contemporanea latinoamericana.

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