Gilberto Zorio tra passato e presente. A Napoli

Galleria Lia Rumma, Napoli – fino al 19 dicembre 2015. La galleria partenopea presenta quattro opere inedite di Gilberto Zorio insieme a una selezione di lavori dal ’68 al ’93. Ricomponendo un fil rouge armonico, coerente e che coglie di sorpresa lo spettatore.

ZORIO IL DEMIURGO
Le opere di Gilberto Zorio (Adorno Micca, 1944; vive a Torino) presenti in mostra creano un percorso espositivo tematico e formale molto omogeneo e fanno da viatico a riflessioni sulla trasformazione come modificazione della materia e come passaggio di energia e sull’universo di materiali con i quali l’artista ha da sempre operato.
Zorio, come un demiurgo, plasma gli elementi, come in Stella di compassi del 2015 e l’impugnatura bronzea del Compasso del 1980, al fine di ricostruire gli scalini di una memoria atavica e ancestrale, depositata nella materia delle sue opere e che riemerge gravata di altra memoria e dei mutamenti del presente, come nell’opera Senza Titolo del 1968, dove lo stratificarsi di composizioni segniche diventa un atto di continua scrittura della limatura di ferro nella ciotola di zolfo.

SORPRENDERE LO SPETTATORE
Dagli inizi catartici, secondo quanto suggerisce il disegno-scultura Per purificare le parole del 1979, il percorso è concepito come un meccanismo autonomo, che da sé determina il proprio funzionamento grazie alla programmazione automatica degli impianti di luce e del suono, azionati cogliendo di sorpresa lo spettatore, che procede orientandosi nel buio, ora mediante le tracce fosforescenti di Pergamena di luce del 2015, che si protraggono sulla parete formando la scia della stella, ora mediante l’incandescenza della resistenza elettrica di Pelli con resistenza del 1968, ora attraverso la luminescenza generata dalle reazioni chimiche delle opere L’abbraccio della grippa americana del 1993 e Scala aggettante del 2015.
Quest’ultima, che con Stella di compassi condivide il senso di propensione e di sospensione, si sviluppa orizzontalmente come in costante tensione, cui fa da contrappunto il movimento ascensionale del marrano, l’otre di maiale de Il brindisi del marrano del 2015, che col suo respiro sonoro e fragoroso alimenta la coppa della speranza, per quelli che, come i marranos, vivono in condizione coatta.

Gilberto Zorio – veduta della mostra presso la Galleria Lia Rumma, Napoli 2015 – © Gilberto Zorio – photo Antonio Maniscalco – courtesy Galleria Lia Rumma, Milano-Napoli

Gilberto Zorio – veduta della mostra presso la Galleria Lia Rumma, Napoli 2015 – © Gilberto Zorio – photo Antonio Maniscalco – courtesy Galleria Lia Rumma, Milano-Napoli

LA MUCCA E IL FIRMAMENTO
Inoltre, mediante l’intermittenza e la modulazione delle luci secondo diverse angolazioni, la pelle di mucca tesa sul telaio della Pergamena di luce rivela più aspetti della propria apparenza e i differenti momenti della sua esistenza: dapprima la luce radente ne traccia i rilievi proiettando le ombre sul muro, come a volerne carpire il profilo in un’odierna teoria del mito della caverna; in seguito, l’illuminazione dal retro fa emergere chiara la filigrana di cui è fatta la pergamena, depositaria di un passato prossimo ed anteriore.
E infine il buio astrale della sala consente il suo ricollocamento nel firmamento insieme alle altre stelle, aprendo “li occhi a le superne rote”.

Rosa Esmeralda Partucci

Napoli // fino al 19 dicembre 2015
Gilberto Zorio
LIA RUMMA
Via Vannella Gaetani 12
081 19812354
[email protected]
www.liarumma.it

MORE INFO:
http://www.artribune.com/dettaglio/evento/47849/gilberto-zorio/

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Rosa Esmeralda Partucci

Rosa Esmeralda Partucci

È nata ad Avellino nel 1990 e ha frequentato il corso di Laurea Triennale in Archeologia e Storia dell'Arte all'Università degli Studi di Napoli Federico II. Attualmente è in procinto di discutere la tesi in storia dell'arte contemporanea. Ha scritto…

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