Quando la smetteranno di umiliare il Macro? Nessun miglioramento nelle condizioni del Museo d’arte contemporanea di Roma: sempre più abbandonato a se stesso

  Eravate, come eravamo noi, tra quelli che nutrivano qualche speranza nell’avvicendamento alla tolda dell’assessorato alla cultura di Roma Capitale tra Flavia Barca e Giovanna Marinelli? Ebbene, arrivati a questo punto sareste, come siamo noi, decisamente delusi. Perché, per lo meno per quel che concerne l’arte contemporanea, le cose non sono cambiate affatto. E naturalmente […]

Eravate, come eravamo noi, tra quelli che nutrivano qualche speranza nell’avvicendamento alla tolda dell’assessorato alla cultura di Roma Capitale tra Flavia Barca e Giovanna Marinelli? Ebbene, arrivati a questo punto sareste, come siamo noi, decisamente delusi. Perché, per lo meno per quel che concerne l’arte contemporanea, le cose non sono cambiate affatto. E naturalmente non sono cambiate dunque le sorti dello spazio municipale dedicato all’arte contemporanea: il Macro.
Il 1 ottobre 2014 scade il quinto (il quinto!) interim della signora Campitelli, la valida funzionaria pubblica che si è prestata – con la consapevolezza e la lucidità di essere fuori ruolo – a ricoprire il ruolo di responsabile del museo disegnato da Odile Decq. Scade il quinto mandato e inizia il sesto. Così, come se niente fosse. O, peggio, come se fosse una cosa normale lasciare un museo d’arte contemporanea per mesi e mesi senza guida, senza direzione, senza visione, senza progetto. Ormai si è instaurato una sorta di automatismo per il quale l’incarico non va neppure rinnovato: è automatico. Chissà dunque di cosa avrà parlato una recente riunione di Giunta (26 settembre) sulla quale si riponeva qualche speranza.

Giovanna Marinelli

Giovanna Marinelli

E così, mentre si sfalda – senza aver mai funzionato neppure un giorno – la Consulta dell’Arte Contemporanea improvvidamente resuscitata dalla ex assessora Flavia Barca, si continua a parlare vagamente di una fusione Macro-Palazzo delle Esposizioni che è il progetto perfetto per chi non vuole, non può o non sa decidere. Il progetto perfetto per rimandare sine die. E poi perché il Palazzo delle Esposizioni dovrebbe essere allettato ad annettersi un peso morto come il Macro sta diventando? Un mammozzone che sta perdendo prestigio, posizionamento e ruolo a livello nazionale e internazionale? Nel frattempo il Macro finisce in maniera sempre più profonda – e insensata – nelle grinfie di una Soprintendenza comunale lenta, burocratica, completamente inadatta a dare delle risposte ai tempi che il comparto dell’arte contemporanea necessita. Risposte rapide, invece, vengono date a chi porta in dote al museo mostre sponsorizzate, pagate, a costo zero per l’amministrazione: se siete in grado di proporre una rassegna di questo tipo potrete esporre anche i quadri che vostro nonno faceva alla domenica, via libera! Con conseguenze inenarrabili sull’autorevolezza e l’appeal dell’istituzione.
E i soldi? Ovviamente non ci sono. E forse è meglio così. Perché se magari dovessero arrivare – chissà, come contentino in risarcimento di una situazione indifendibile – sarebbero impiegati in un contesto che non ha direzione e mission. Meglio investire su creatività, giovani artisti internazionali e residenze (questa è la spina dorsale che il Macro ha impostato negli ultimi anni) oppure, magari, su una mostra di qualche grande nome della pittura romana del secolo scorso (più adatta alla Gnam o proprio al Palaexpo?). Chi decide le strategie? Chi ha la lungimiranza per tenere il timone? In questo momento nessuno, in futuro chissà se è vero come è vero (ma siamo ancora lontani dall’ufficialità) che una figura di gran qualità come quella di Emiliano Paoletti – già direttore a Roma di ZoneAttive e oggi a capo della Biennale dei Giovani Artisti dell’Europa e del Mediterraneo – potrebbe approdare nello staff dell’assessore Giovanna Marinelli. Al contempo una buona scelta e l’ultima disperata spiaggia.

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Redazione

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