Patanè: il segno come proiezione mentale

Due settimane appena di allestimento. Ma la mostra di Giangaetano Patanè al Chiostro del Bramante, aperto a Roma fino al 18 settembre, merita una visita. Fra tele, disegni, terrecotte.

Estese e figurativamente silenziose sono le opere di Giangaetano Patanè (Roma, 1968) in mostra al Chiostro del Bramante. La personale dell’artista capitolino, intitolata Self- Made Man e curata da Elena Del Drago, raccoglie oltre venti tele, una cospicua selezione di disegni e alcune sculture nelle quali la terracotta assume un’importanza rilevante. Un percorso espressivo e decisamente materico, quello che Patanè elabora attraverso una plurale e articolata commistione di elementi, dove le grandi superfici pittoriche si lasciano osservare e reinterpretare da intime riflessioni, dalle quali emerge la forza di un legame comunicativo indiretto tra l’artista, l’opera e il fruitore.
Negli spazi immaginifici, dalle tenui e a tratti contrastanti tinte cromatiche, il segno di Patanè diviene immagine personale di una proiezione mentale dell’essere umano: emblematiche in questo caso le opere intitolate Corteccia Celebrale, Tra ali e terra e Parole al vento. Scenari, donne, enormi cetacei e altri animali affollano le sale successive della mostra, arricchendo così l’universo simbolico del pittore che, in alcune tele come il Mostro è sottoterra, Orribili alberelli e Il giardino di Dio, ripropone un piccolo bozzetto narrativo o paesaggistico nel quale raffigura la versione reale di un dettaglio o del soggetto della tela; un espediente fondamentale che ci riporta fisicamente e mentalmente nella nostra dimensione.

Giangaetano Patanè, Lo spazio abitato, 2009

Giangaetano Patanè, Lo spazio abitato, 2009

Nelle opere polimateriche o nelle teste di terracotta dipinta, la poetica intimistica dell’artista abbandona i confini bidimensionali della tela, confrontandosi in maniera aperta e talvolta macabra con il gusto e le sensazioni dello spettatore (Lo spazio abitato, Self- made woman e Folle volo). Una serie di piccoli disegni su carta con inchiostro, grafite e acquerelli ritrae solitari ed erotici corpi femminili, paesaggi invernali e segni antropomorfi. Una delle prime opere presenti in mostra è intitolata Freschezza 1, un olio su tela del 1994 dove, in un corposo mare aperto, un uomo nuota verso l’indefinito pittorico, e prefigura un allontanamento dell’autore dalle passate concezioni figurative fino allo smarrimento corporeo, per ritrovarsi sentimentalmente nelle soluzioni concettuali che hanno caratterizzato l’esposizione romana.

Giuseppe Arnesano

Roma // fino al 18 settembre 2013
Giangaetano Patanè – Self-made man
a cura di Elena Del Drago
CHIOSTRO DEL BRAMANTE
Arco della Pace 5
06 68809035
[email protected]
http://www.chiostrodelbramante.it/

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Giuseppe Arnesano

Giuseppe Arnesano

Storico dell'arte e curatore indipendente. Laureato in Conservazione dei Beni Culturali all'Università del Salento e in Storia dell'Arte Moderna presso l'Università La Sapienza di Roma. Ha conseguito un master universitario di I livello alla LUISS Master of Art di Roma.…

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