La storia del borgo diffuso di Castelfalfi in Toscana. Resort di lusso e paradiso per tutti 

I borghi diffusi sono una delle nuove frontiere del turismo, dove la vacanza diventa cultura a partire dalla storia fino al modo di alloggiare e vivere le esperienze

A dare il benvenuto a Castelfalfi c’è l’immagine di una celebre creatura mitologica: un Pegaso stilizzato che si collega alle origini etrusche di questo luogo immerso nel verde assoluto, tra Firenze e Pisa. Simboleggia la capacità di stupire, di “volare oltre” collegando la terra e il cielo. Un legame che è rimasto immutato nel tempo, nonostante pagine di storia e avvenimenti che parlano di Romani, Longobardi, di famiglie nobili fiorentine. Nel 1489 Giovanfrancesco Caetani e Costanza de’ Medici si sposarono proprio nel castello, scegliendo di vivere qui, e il loro stemma fa ancora bella mostra sulla facciata del maniero. A loro seguirono i Desideri, i Tornaquindici, i Biondi, con Antonio, famoso botanico nato a Castelfalfi, che fu tra i fondatori della Società Botanica Italiana e mecenate di viaggi di studio nel mondo alla ricerca di piante, semi e bulbi. Un patrimonio che donò all’Istituto Botanico di Firenze, ma che piantò (il Lilium Biondi e la Magnolia Biondi) anche nel giardino all’italiana di fronte alla sua villa, dove queste piante si possono tuttora ammirare. 

Castelfalfi: architetti, designer e scultori 

E oggi? Accanto al mitico Pegaso, ci sono anche piccoli elefanti, quelli che secondo la tradizione indiana, proteggono la casa e attirano buona fortuna. Svelano che l’attuale proprietario è Sri Pakash Loia, uomo d’affari indonesiano (fondatore e presidente di Indorama Corporation) che si è innamorato del borgo, l’ha rilevato dalla Tui (colosso turistico tedesco che lo gestiva) e trasformato con un investimento di oltre 650 milioni di euro in un gioiello dell’ospitalità diffusa. L’idea è stata quella di valorizzare quello che già c’era. Casa Medici, dove viveva Antonio Biondi, è stata restaurata da Raёd Abillama, architetto libanese famoso per aver ampliato il National Museum a Beirut, che l’ha reinterpretata in chiave contemporanea. La Suite La Rocca, all’interno del castello medievale, porta la firma di Stefano Ricci, che ha scelto arredi su misura realizzati da artigiani fiorentini e stoffe dell’Antico Setificio Fiorentino, che vanta un orditoio realizzato nel ‘700 su progetto di Leonardo Da Vinci. Le altre suite sono state affidate allo studio francese di Affine Design, specializzato nella ristrutturazione di palazzi e hotel di lusso in tutto il mondo.  

L’arte dentro Castelfalfi 

E non mancano opere d’arte. All’interno ci sono alcune sculture in bronzo di Andrea Roggi, nel giardino quelle di Paolo Staccioli. Nel negozio dell’azienda agricola si possono invece acquistare l’olio del raccolto 2024 custodito in bottiglie in grès create dall’artista Gianni Lucchesi. Lo stesso proprietario, Sri Pakash Loia, che è uno dei più grandi collezionisti di libri rari al mondo, ha voluto esporre una parte dei suoi volumi in un’immensa libreria-vetrina, in modo che tutti possano ammirarli.  

Castelfalfi: oltre 1100 ettari di natura

Il concetto del “tutti” è, infatti, un altro tema particolare di Castelfalfi. Chiunque può infatti venire a pranzo o a cena in uno dei suoi ristoranti, scegliendo tra La Rocca, guidato dallo chef Davide De Simone, l’Olivina, concepito dal designer Henry Chebaane, il Bar Ecrù &Lounge, dove si possono sorseggiare cocktail e piatti più esotici (da assaggiare il Pad Thai con i gamberi). Tutti possono trascorrere, su prenotazione, una giornata nella Spa, per nuotare nella piscina riscaldata e provare uno dei massaggi della RAKxa Wellness (le terapiste sono formate in Tailandia). La tenuta, che si estende su 1100 metri quadrati, si esplora con eco-esperienze molto particolari. Tra queste la visita delle vigne con degustazione, la raccolta delle olive, la visita agli apiari in compagnia di Elia che invita a indossare tute, caschi e guanti, ed entrare nel mondo di questi straordinari insetti. In quanto borgo diffuso non ci sono cancelli, sbarre, ingressi riservati, citofoni da suonare, chiunque può entrare per fare una passeggiata, mangiare un gelato, godersi il tramonto dal gazebo del Parco Mediceo, visitare la chiesetta di San Floriano, partecipare ai Festival che vengono organizzati durante l’anno. E non ci sono differenze tra chi soggiorna nel resort e chi viene a viverlo da esterno, merito del fattore umano.  

Il team di Castelfalfi 

Chi lavora qui può abitare nel borgo (se non ha la patente) o appena fuori, fare pausa in una ottima “mensa”, godersi in estate la piscina riservata. Perché l’idea è che se lavori bene, anche l’ospite è contento. Un modello di investimento umanistico circolare, ancora raro nel nostro Paese, soprattutto nel settore del turismo, ma che qui è diventato realtà. 

Luisa Taliento  

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Luisa Taliento

Luisa Taliento

Primo viaggio: Milano-Istanbul, in pullman. Da allora ha sempre amato girare il mondo. Dopo la laurea in Lettere moderne, conseguita presso l’Università degli Studi di Milano, con una tesi dal titolo: “La stampa socialista negli Stati Uniti” si è diplomata…

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