Alla Mostra del Cinema di Venezia stupisce “Liberami”, film italiano anti-horror sul tema dell’esorcismo

Uno dei film più belli di questa edizione è un documentario dedicato al tema dell’esorcismo, trattato con rispetto e grande senso del cinema da Federica Di Giacomo. Un lavoro presentato alla sezione Orizzonti ma che avrebbe meritato il concorso

Satana si può annidare in un orsacchiotto di peluche, o in un armadio. Ma soprattutto i suoi attacchi privilegiano persone fragili, possedute sostiene la chiesa, psicolabili direbbe la scienza. Ed è su questo crinale che la maestria di Federica di Giacomo, regista di Liberami, si concentra e indugia sempre con grande rispetto, anche laddove sarebbe facile fare dell’ironia o esprimere dei giudizi. Le risate in sala esplodono in più momenti, non indirizzate alla sofferenza dei protagonisti, ma ad alcune situazioni comiche legate alla personalità di Padre Cataldo, l’esorcista che l’autrice ha deciso di seguire, un prete siciliano la cui fama attira ogni settimana decine di bisognosi: per esempio dopo un rito di liberazione eseguito telefonicamente il prete augura Buon Natale con i toni di una conversazione di cortesia che tanto richiama le atmosfere del Piccolo Diavolo. La figura rassicurante di Cataldo supplisce in parte le carenze dei presidi sanitari e ricrea la dimensione collettiva e solidale di una società sfaldata dall’individualismo e dall’isolamento.

ESORCISMI SENZA HORROR
I posseduti sono donne e uomini soli e disperati, in cerca di attenzione e di sostegno morale e psicologico prima che religioso. Il prete è al contempo gentile e burbero, fermo e integro, uomo di Dio e uomo di mondo. Laddove la religione travalica in superstizione, il cattolicesimo in stregoneria e l’ignoranza in paranoia il suo intervento serve a portare equilibrio in condizioni di gravissimo disagio. In alcuni momenti le situazioni diventano così paradossali da apparire costruite, e i protagonisti talmente presi dal loro problema, l’invasione del maligno, da non curarsi della camera che li segue in maniera ravvicinata. Donando così delle prove attoriali involontarie che permettono a Federica di Giacomo di costruire un impianto visivo e narrativo molto più simile al cinema di finzione che a quello del reale. La regista in conferenza stampa ha dichiarato di essersi voluta slegare dagli stereotipi veicolati dal cinema horror, anche se in varie scene i presunti posseduti sembrano usciti da una pellicola di genere, avendo per primi introiettato, probabilmente, certi stilemi. Proprio il modo in cui l’immaginario è plasmato da immagini veicolate dalla finzione di cinema e romanzi è uno degli aspetti più interessanti di Liberami.
Il maligno non esisterà, ma di certo esiste il male. Questo racconta con poesia e grande umanità Federica di Giacomo in un documentario che speriamo possa avere presto una distribuzione in sala.

– Marigrazia Pontorno

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