Artissima sfrattata. Dopo il bando per il nuovo direttore, la fiera torinese dovrà trovare anche una nuova sede

Artissima, oltre che un nuovo direttore, cerca anche casa. Sfratto dagli uffici per gli organizzatori della manifestazione torinese e nessuna sede in arrivo. Il grattacielo della Regione Piemonte non è pronto...

“Sì è vero. Siamo abituate a performance del genere, ma il picco di lavoro più la ricerca/cambiamento ‘casa’ ci costringeranno a una prova mica di ridere. Che dire… ” è il commento amaro di Laura Pongiluppi, Responsabile Espositori di Artissima, lanciato su Facebook a una amica che le chiedeva se fosse “una bufala” estiva. E, invece no, è tutto vero, anche se veramente questo sembra essere uno svarione da solleone. O una classica storia italiana.
Il 5 settembre Artissima – che ha da poco lanciato un bando di concorso per la ricerca del nuovo direttore che sostituirà Sarah Cosulich Canarutto – e che è considerata l’avamposto fieristico italiano nel mondo, verrà “sfrattata”. La notizia non dilaga sulla stampa locale, né sui bollettini artistici, anzi: viene riportata unicamente dal blog Gabo su Torino- L’Ansia della cultura torinese. Cosa è successo? Il famoso grattacielo della Regione Piemonte, un complesso amministrativo e istituzionale di 41 piani a emissione zero progettato dall’architetto Massimiliano Fuksas, doveva essere pronto nella zona del Lingotto per giugno, (i lavori sono cominciati a novembre 2011, poi sono stati interrotti nel 2015, infine ripresi a marzo 2016) invece sarà realizzato con diversi mesi di ritardo.

Artissima 2015

Artissima 2015

FIERE IN DIFFICOLTÀ
Dunque, nel frattempo i dipendenti e le società collegate dove vanno? Peccato, si legge nel blog, “che gli affitti di molte sedi regionali siano già disdetti. Si va avanti a proroghe. Ma prorogare non si può più, né la Regione può affittare nuovi spazi, così gli assessorati che perdono la casa sono costretti ad accamparsi nelle sedi superstiti. Nuovi profughi stanno per approdare nello stabile di via Bertola 34, dove già si ammucchiano – insieme con l’assessorato alla Cultura, inquilino originario, e a quello alle Politiche sociali, appena arrivato – anche gli uffici di Artissima. Con i nuovi arrivi non ci sarà posto per tutti: Artissima deve trovarsi un altro tetto”.
E con di mezzo l’interruzione estiva e solo due mesi per preparare la manifestazione, questa situazione comincia ad essere davvero preoccupante per gli organizzatori. I quali si ritrovano peraltro con una nuova incombenza tra capo e collo. Ovvero, qualora dovessero trovare “casa”, dovrebbero mettere a carico del proprio budget il trasloco. Oppure chiedere ai dipendenti di passare al “telelavoro”. Una storia incresciosa che va ad aggiungersi alla notizia dei tagli drastici a BolognaFiere, con 123 licenziamenti all’orizzonte, quasi la metà dei dipendenti del Gruppo. Una scelta in nome “della flessibilità”, come la definisce il presidente Boni, che sa molto di precariato e che ancora non si sa quanto influirà sulla fiera dell’arte contemporanea che l’anno prossimo inaugurerà la prima edizione dell’era Vettese. Ma è plausibile che Artefiera ne soffra come e forse più delle altre “sorelle”, non essendo il suo un settore trainante nelle strategie del colosso fieristico emiliano.

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Redazione

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