Venezia Updates: ecco come la stampa internazionale parla della Biennale. Dall’autoflagellazione architettonica del Guardian alla Heimat del New York Times

  “Si tratta di uno spettacolo coinvolgente, o di un noioso percorso attraverso l’umanitarismo e l’autoflagellazione architettonica, l’ultimo tentativo di convincere l’opinione pubblica che anche gli architetti hanno una coscienza?”. Come spesso succede, l’inglese Guardian si distingue nella critica internazionale per coraggio e “scorrettezza”: non facendosi sfuggire – nel raccontare la Biennale di Architettura – […]

Si tratta di uno spettacolo coinvolgente, o di un noioso percorso attraverso l’umanitarismo e l’autoflagellazione architettonica, l’ultimo tentativo di convincere l’opinione pubblica che anche gli architetti hanno una coscienza?”. Come spesso succede, l’inglese Guardian si distingue nella critica internazionale per coraggio e “scorrettezza”: non facendosi sfuggire – nel raccontare la Biennale di Architettura – l’approccio ideologico che potrebbe emergere dalle parole del direttore Alejandro Aravena: “l‘unico animale che può sconfiggere il rinoceronte è la zanzara. O una nube di zanzare, in realtà“. Ma per fortuna – ammette il giornalista – “il moralismo è mantenuto ad un volume relativamente basso. Che traspare da una abbagliante gamma di ingegnose risposte a situazioni di carenza e di insicurezza, insieme a un buon numero di belle cose che non hanno la pretesa di piacere a tutti. Aravena ci tiene che la sua mostra non siasemplicemente presa come una biennale dei poveri”. L’ingaggio sociale non sfugge neanche a El Paìs, che racconta di padiglioni ufficiali in cui la Gran Bretagna affronta l’emergenza abitativa, la Spagna parla delle grandi opere incompiute, laGermania mostra il ruolo dell’architettura nella ricezione e l’assistenza dei migranti, gli USA rilanciano la città di Michigan, scossa dalla crisi.

COME L’ARCHITETTURA PUÒ MIGLIORARE LA VITA DELLE PERSONE
Anche il New York Times sceglie di concentrarsi sul padiglione Germania: “il Selfie di settembre della Merkel con un rifugiato è diventato immagine iconica dell’apertura della Germania, e quindi è stato il nostro punto di partenza per il padiglione“, ha detto Peter Cachola Schmal, direttore del German Architecture Museum di Francoforte, commissario della mostra. “La parola ‘Heimat’”, osserva il giornale, “può essere approssimativamente tradotta come terra d’origine, e il padiglione la pone come concetto fluido che deve essere consolidato attraverso la politica, la cultura e, naturalmente, l’architettura”. Per la prima volta la Biennale cercherà di raggiungere ciò che non è mai stato raggiunto negli anni precedenti, il collegamento fra Architettura e società civile, sintetizza El Mundo. “Esplorare come alcuni aspetti dell’architettura possono contribuire a migliorare la vita delle persone.

Massimo Mattioli

www.labiennale.org

Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati

Massimo Mattioli

Massimo Mattioli

É nato a Todi (Pg). Laureato in Storia dell'Arte Contemporanea all’Università di Perugia, fra il 1993 e il 1994 ha lavorato a Torino come redattore de “Il Giornale dell'Arte”. Nel 2005 ha pubblicato per Silvia Editrice il libro “Rigando dritto.…

Scopri di più