Lo Strillone: affreschi e mosaici sotto la metro C a Roma su La Repubblica. E poi Salone del Libro di Torino, Museo Richard Ginori

“La nuova stazione sarà un museo“. La Repubblica informa sul ritrovamento di affreschi e mosaici sotto la stazione Amba Aradam della metro C, a Roma, un’antica caserma romana di 1.753 metri quadrati. “La struttura risale alla prima metà del secondo secolo dopo Cristo e si trova a nove metri di profondità. È composta da un […]

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La nuova stazione sarà un museo“. La Repubblica informa sul ritrovamento di affreschi e mosaici sotto la stazione Amba Aradam della metro C, a Roma, un’antica caserma romana di 1.753 metri quadrati. “La struttura risale alla prima metà del secondo secolo dopo Cristo e si trova a nove metri di profondità. È composta da un corridoio centrale su cui si affacciano 39 ambienti, alcuni dei quali conservano ancora parti di pavimenti a mosaico e intonaci affrescati. Sarà la prima stazione metropolitana ‘archeologica’ della capitale, ha detto ieri Francesco Prosperetti, il soprintendente ai Beni archeologici per Roma, durante il primo sopralluogo, assicurando che non ci saranno ritardi nei lavori né costi superiori a quelli previsti. Qualche dubbio ce l’ha invece Andrea Sciotti, responsabile della linea C per Roma Metropolitane: ‘Dopo questo ritrovamento, dobbiamo studiare il nuovo allestimento della stazione e solo dopo potremo capire l’impatto sui tempi finali’”.

Il Salone del Libro deve rivolgersi sempre più ai giovani in un rapporto vivo con gli autori“. Parole del ministro Dario Franceschini riportate da La Stampa: “il governo darà una mano, nell’interesse di editori e lettori. Gestita bene una macchina complessa, e la domanda di cultura è sempre più sostenuta nel Paese: due segnali positivi di cui terremo conto per il prossimo anno. Mi ha colpito soprattutto la grande partecipazione di pubblico, la voglia di lettura, la passione negli occhi della gente che si aggirava entusiasta fra gli stand”. “Come muoiono i musei oggi?”. Il manifesto torna a puntare i riflettori sul museo Richard Ginori di Doccia (Sesto Fiorentino), “storia di Carlo Ginori che nella prima metà del Settecento fa dei viaggi in Austria riportando In Toscana, a Sesto, i segreti della manifattura della ceramica d’oltralpe. Siamo nel mezzo del secolo dei lumi e mentre i Lorena prendono il posto degli ultimi Medici un aristocratico illuminato, dalle famiglie dei suoi coloni (quindi direttamente dai campi e dalla sua terra) sceglie e istruisce quelli che diventeranno suoi preziosi e raffinati maestri d’arte”.

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Massimo Mattioli
É nato a Todi (Pg). Laureato in Storia dell'Arte Contemporanea all’Università di Perugia, fra il 1993 e il 1994 ha lavorato a Torino come redattore de “Il Giornale dell'Arte”. Nel 2005 ha pubblicato per Silvia Editrice il libro “Rigando dritto. Piero Dorazio scritti 1945-2004”. Ha curato mostre in spazi pubblici e privati, fra cui due edizioni della rassegna internazionale di videoarte Agorazein. È stato membro del comitato curatoriale per il Padiglione Italia della Biennale di Venezia 2011, e consulente per il progetto del Padiglione Italia dedicato agli Istituti Italiani di Cultura nel mondo. Nel 2014 ha curato, assieme a Fabio De Chirico, la mostra Artsiders, presso la Galleria Nazionale dell'Umbria di Perugia. Dal 2011 al 2017 ha fatto parte dello staff di direzione editoriale di Artribune, come caporedattore delle news.