Roma, c’è anche la street art al Pride Park dell’Ex Mattatoio. Aspettando il corteo, il festival lgbt accoglie tre murales contro l’omofobia

Si avvicina la grande festa del Gay Pride, la giornata mondiale dell’orgoglio omosessuale in cui si mescolano, nell’euforia di cortei metropolitani, outing, lotta al pregiudizio, abbattimento delle barriere sociali e rivendicazione dei diritti civili. E nell’attesa dell’appuntamento clou del 13 giugno, Roma si prepara a dovere con una settimana di eventi dedicati all’universo lgbt: si […]

Si avvicina la grande festa del Gay Pride, la giornata mondiale dell’orgoglio omosessuale in cui si mescolano, nell’euforia di cortei metropolitani, outing, lotta al pregiudizio, abbattimento delle barriere sociali e rivendicazione dei diritti civili. E nell’attesa dell’appuntamento clou del 13 giugno, Roma si prepara a dovere con una settimana di eventi dedicati all’universo lgbt: si chiama Pride Park ed è un festival con ingresso gratuito, allestito negli spazi dell’Ex Mattotoio di Testaccio, alla Città dell’Altra Economia. Dal 7 al 12 giugno sarà tutto un susseguirsi di film, spettacoli teatrali, concerti, dibattiti, proponendo alla città una grande narrazione sul tema dell’omosessualità, tra attualità, cultura, creatività.

Roma, Pride Park - murales per Gay Pride 2015 - Diamond, Moby Dick, Solo

Roma, Pride Park – murales per Gay Pride 2015 – Diamond, Moby Dick, Solo

E non poteva mancare un palcoscenico ad hoc per la street art, ormai fiore all’occhiello del patrimonio artistico e urbanistico capitolino. Tre gli artisti coinvolti, ad armonizzare altrettanti soggetti con coerenza di segno, cromie e struttura; uno solo il muro – bellissimo – intitolato alla libertà e alla sconfitta dell’omofobia. Diamond, noto per il suo raffinato tratto di matrice Liberty, ha riletto in chiave lesbo il mito di Adamo ed Eva: una provocazione lieve, che saccheggia l’immaginario religioso e che si stempera nella freschezza di un doppio ritratto femminile, con tanto di serpente, sorrisi smaglianti e abiti multicolor (come la bandiera del Pride); Solo, che della passione per i fumetti ha fatto un tratto distintivo della sua produzione, ha tirato fuori l’immagine di una coppia di ragazzi, colti nell’attimo sacro e fuggevole del bacio, evocando riferimenti vari all’amore gay pescati nell’universo dei comics; infine Moby Dick, che ha incastonato una balena al centro di un mulinello optical bianco e nero: lei, creatura candida, inaffondabile e salda col suo salvagente arcobaleno, nel mezzo del vortice della discriminazione.
Ancora murales in chiave sociale, ancora lo spazio urbano che si fa superficie pittorica, veicolo di protesta e occasione di comunicazione, a misura di passanti distratti, di estimatori attenti, di cittadini in cerca, in corsa.

– Helga Marsala

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Helga Marsala

Helga Marsala

Helga Marsala è critica d’arte, giornalista, editorialista culturale e curatrice. Ha innsegnato all’Accademia di Belle Arti di Palermo e di Roma (dove è stata anche responsabile dell’ufficio comunicazione). Collaboratrice da vent’anni anni di testate nazionali di settore, ha lavorato a…

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