“Un piccolo segno, un apostrofo impertinente che ha diviso in due il nome Montoro, suscitando visioni: la montagna, l’oro, l’arte come enigmatico palazzo”. È questo il gioco da cui ha preso vita Mont’Oro, programma espositivo a cura di Guglielmo Gigliotti, pensato per la galleria Montoro 12 Contemporary Art, sita nell’antico Palazzo Montoro, al civico dodici dell’omonima strada romana. Tre doppie personali, disegnate intorno a quel micro segno d’interpunzione, che spacca in due una parola e ne trasforma il significato: da un apostrofo che irrompe, cambiando pelle a un’immagine e un nome, ci si sposta fino all’idea stessa di arte e di pensiero creativo, attivatori di spostamenti decisivi, di nuove aperture di senso, di visioni alternative all’ordinario. Gregorio Botta ed Emmanuele de Ruvo, Simone Cametti e Marina Paris, Bruna Esposito e Pietro Fortuna, hanno costruito i loro aurei duetti, confrontandosi sul ruolo, la potenza e il peso della pratica artistica in un’epoca di crisi e di passaggio, privata dei vecchi sistemi di riferimento.
Dal 27 febbraio fino al prossimo 15 giugno, a rotazione, i tre appuntamenti espositivi hanno segnato il percorso di quest’avventura, attraverso tre differenti declinazioni: L’oro dell’impermanenza, tra suggestioni alchemiche, scritture evanescenti e armonie di materiali effimeri; Spazio in/finito, in un parallelo tra altezze di paesaggi sublimi e ampiezze di ambienti domestici, entrambi da scalare e attraversare; Pensiero e poesia, in un rimbalzare di fragilità, riflessi di natura, gesti di grazia e di delicatezza, nuclei filosofici e illuminazioni improvvise. Lungo i sentieri complessi del linguaggio. Un riassunto, a fine corsa, con questa breve galleria di immagini.
– Helga Marsala
Montoro12 Contemporary Art
Via di Montoro 12, Roma
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www.m12gallery.com