Cannes Updates: Grace Kelly, Nicole Kidman e il processo di imbalsamazione. Qualche nota sul film – contestatissimo – che ha aperto il festival

Dopo un’attesa che si è protratta per mesi, l’aspettativa creatasi per Grace di Monaco non era poca. L’apertura in pompa magna del 67esimo Festival di Cannes per il regista Olivier Dahan è stata una manna dal cielo. Visto il film, la dissociazione del Principato di Monaco sembra più una protesta nei confronti del revisionismo storico […]

Dopo un’attesa che si è protratta per mesi, l’aspettativa creatasi per Grace di Monaco non era poca. L’apertura in pompa magna del 67esimo Festival di Cannes per il regista Olivier Dahan è stata una manna dal cielo. Visto il film, la dissociazione del Principato di Monaco sembra più una protesta nei confronti del revisionismo storico piuttosto che una reale indignazione per la rappresentazione della principessa Grace. Eppure Dahan sostiene di non aver voluto mai girare un biopic e che la manipolazione di alcuni fatti reali c’è stata solo per esigenze narrative. E almeno in questo campo il regista resta intoccabile.
Per tutta la sequenza iniziale non vediamo mai la protagonista di fronte, la seguiamo come uno stuolo di sudditi. Il film si chiude all’opposto con un piano frontale della protagonista e con un gioco di richiami a un esercizio di portamento che si trova nella sezione centrale. Una specie di “svestizione” reale in cui il personaggio si mette progressivamente a nudo. Il resto è un’ode a Grace alias Nicole, illuminata di una luce morbida e calda. Lei, donna forte e fragile, che rinuncia alla carriera per amore della famiglia e dei figli, fedele compagna, amica sincera. Una santa senza difetti.

Grace Kelly, 1954

Grace Kelly, 1954

Paradigmatico, l’acme arriva verso la fine del film, durante il discorso al ballo della Croce Rossa che suona proprio come la poesia di Natale dei bambini delle elementari. Alla fiera della retorica tutto fa brodo. Peccato. Perché Nicole Kidman è una grandissima interprete e una persona adorabile. Amata dalla stampa, dai registi, dai colleghi, è la quintessenza dell’arcistar. E nonostante la forma fisica impeccabile, l’acconciatura perfetta, il trucco curatissimo e lo sfavillio dei gioielli, a guardarla da vicino pare uscita da Madame Tussauds: non c’è risata che alteri la botulinica tensione facciale, mentre le tre dita di stucco cementizio non aiutano certo ad alleviare l’idea di imbalsamazione.
Tassidermia e autoreferenzialità a parte, quando in conferenza qualcuno ha chiesto cinque buone ragioni per vedere questo film, la diva ha così risposto: “I cinque milioni di dollari della collana di brillanti che ho indossato per il ballo”. Per la serie “nobili sentimenti”, appunto.
A fine serata, una serie di omini in abito elegante erano sparpagliati in tutta Cannes con cartelli-frecce che indicavano il percorso per raggiungere il party, generosamente offerto dalla produzione del film. Pare che molti ospiti si siano persi per strada.

– Federica Polidoro

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Federica Polidoro

Federica Polidoro

Federica Polidoro si laurea in Studi Teorici Storici e Critici sul Cinema e gli Audiovisivi all'Università Roma Tre. Ha diretto per tre anni il Roma Tre Film Festival al Teatro Palladium, selezionando opere provenienti da quattro continenti, coinvolgendo Istituti di…

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