Berlin Updates: immagini dal DMY, festival del design nell’ex aeroporto di Tempelhof. Dove trionfano gli spassosi mobili pazzi di Pyg & Sülzkotlett

Lo spazio è sconfinato: lugubre e incombente dall’esterno, esageratamente ampio all’interno. Al punto da non riuscire a scansare l’effetto dispersivo di un allestimento distrofico, con le diverse sezioni mal distinte tra loro in un’alternanza di assembramenti stile bazar ed ampi angoli vuoti. La forma non è delle migliori per la nuova edizione (l’undicesima) del DMY, […]

Lo spazio è sconfinato: lugubre e incombente dall’esterno, esageratamente ampio all’interno. Al punto da non riuscire a scansare l’effetto dispersivo di un allestimento distrofico, con le diverse sezioni mal distinte tra loro in un’alternanza di assembramenti stile bazar ed ampi angoli vuoti. La forma non è delle migliori per la nuova edizione (l’undicesima) del DMY, il principale festival di design della Germania, in scena negli hangar dell’ex aeroporto di Tempelhof dal 28 maggio al 1 giugno. Ma poiché a contare è la sostanza non mancano le indicazioni positive da una rassegna forse un po’ fragile nella sezione cosiddetta “commerciale”, eppure carica di spunti intriganti quando va a censire giovani eccellenze creative e apre le proprie porte a progetti sperimentali.
Schietta semplicità, forme vigorose, linee calde: è il legno, materiale della tradizione per antonomasia, a farla da padrone. Con una serie di lavori che insistono su una artigianalità convinta e convincente: è il caso delle proposte di Flowers for Slovakia, cartello di designer della repubblica dell’est selezionati dal 2009 ad oggi da Vitra, che giocano a trovare nuove sintesi tra passato e presente. Perché insistere con i reggilibri, ad esempio, quando si può dotare la libreria di presse da torchio da stringere in base a quanti volumi abbiamo sugli scaffali?
Ma la vera protagonista è la cinica, irriverente e divertentissima linea Psycho Furniture di Pyg & Sülzkotlett. Dimenticate il politically correct: qui ci si accoccola sull’Anorexic Bed, tanto sottile da risolversi in una strettissima panca; e si poggiano i gomiti sui braccioli, graffiati di solchi inquietanti, della Borderline Chair. Alla luce fioca di una lampada stile Arco che collassa fino quasi a toccare terra, trasformandosi in una Depressive Lamp.
Diversi i buoni progetti presentati nell’area dedicata alle imprese etiche e solidali. Tra questi anche uno che parla un po’ italiano: sono transitati come tanti da Lampedusa i rifugiati privi di uno status riconosciuto che, in attesa di sapere cosa sarà del proprio destino, si rimboccano le maniche e partecipano a Cucula: programma che li forma all’artigianato, creando le condizioni per esprimere nuove professionalità. Attraverso la creazione di mobili di elegante linearità, frutto dei bozzetti di Enzo Mari.

– Francesco Sala

 

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Francesco Sala

Francesco Sala

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