Ogni giorno un pezzo di Circo Massimo esce fuori dalla terra che lo seppelliva. Emozioni a Roma in un infinito e magico cantiere archeologico. Ecco le foto

Lo spazio dedicato agli spettacoli più grande che l’uomo abbia mai concepito nell’antichità: il Circo Massimo, seicento metri di lunghezza. Fu grandioso ippodromo, consolidatosi in quanto tale con Giulio Cesare nel I Secolo a. C., poi nel Medioevo area agricola, in seguito una palude, poi cimitero e addirittura quartiere fieristico e un gazometro. Oggi è […]

Lo spazio dedicato agli spettacoli più grande che l’uomo abbia mai concepito nell’antichità: il Circo Massimo, seicento metri di lunghezza. Fu grandioso ippodromo, consolidatosi in quanto tale con Giulio Cesare nel I Secolo a. C., poi nel Medioevo area agricola, in seguito una palude, poi cimitero e addirittura quartiere fieristico e un gazometro. Oggi è di fatto una delle tante aree verdi-archeologiche del centro di Roma, spesso utilizzata per mega-manifestazioni all’aperto non di rado seguite da polemiche per la delicatezza dell’area, ma sotto il verde, appunto, c’è l’archeologia e alcuni scavi – che come da specialità della casa durano ormai da quattro anni e non si sa quando finiranno – stanno dissotterrando tutta un’ala degli spalti e delle platee del circo. Un’autentica curva da stadio con entrate e gradinate sta uscendo fuori dai terrapieni, ogni giorno di più. Il tutto nell’ambito di un progetto di riqualificazione ambientale e di valorizzazione seguito dal Comune di Roma e dalla Sovraintendenza comunale ai Beni Culturali.
E pazienza se, come si diceva, i lavori dovevano finire nel 2011 e invece sono ancora lungi dall’essere terminati. Pazienza se il sito dedicato al cantiere (www.circo-massimo.it) è anche lui fermo al 2011 e non viene più aggiornato da allora. Le sorprese ci sono passandoci, uscendo dalla metropolitana, transitando tra Palatino e Aventino: ci si affaccia e ogni giorno un pezzo di circo viene fuori dalla collina, laddove fino a ieri c’era terra e erba. Una curva da stadio, dicevamo, dimenticata per centinaia di anni e che tra un po’, chissà quando, diventerà nuovamente fruibile. L’unica area del Circo Massimo rimasta quello che era oltre duemila anni fa. L’unica area non smontata, non distrutta, non demolita, non trasportata (come i grandi obelischi che oggi adornano alcune piazze di Roma) da qualche altra parte della città…

www.circo-massimo.it

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Redazione

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