Parole di cemento. A Bergamo Andrea Mastrovito inaugura l’opera pubblica con cui si è aggiudicato il concorso Qui l’arte è di casa: ecco le immagini

È Andrea Mastrovito (1978, Bergamo) ad aprire la serie di opere pubbliche risultate vincitrici del concorso Qui l’arte è di casa, indetto dal Comune di Bergamo – Direzione Territorio e Ambiente, Divisione Politiche della Casa, con la partecipazione di GAMeC. I lavori degli altri vincitori – Daniel Knorr, Eva Marisaldi e Margherita Moscardini – sono […]

È Andrea Mastrovito (1978, Bergamo) ad aprire la serie di opere pubbliche risultate vincitrici del concorso Qui l’arte è di casa, indetto dal Comune di Bergamo – Direzione Territorio e Ambiente, Divisione Politiche della Casa, con la partecipazione di GAMeC. I lavori degli altri vincitori – Daniel Knorr, Eva Marisaldi e Margherita Moscardini – sono intanto in corso di realizzazione. Per  il suo lavoro, dal titolo Neverending End – 100 Last Pages, Mastrovito ha chiesto agli abitanti del complesso “Promessi Sposi” (inserito nel Piano di Zona del Comune di Bergamo per l’edilizia convenzionata) di segnalare il titolo del loro romanzo preferito. Tra tutti quelli indicati, Mastrovito – che è presente anche con una personale nello Spazio Zero della GAMeC – ha scelto 100 volumi che ha privato dell’ultima pagina, ciascuna delle quali è stata digitalizzata, portata a un’altezza di circa 80cm e impressa nel calcestruzzo delle vasche che ornano la piazza attraverso un processo chiamato graphic concrete. Procedimento che mette a nudo, nei punti voluti, la sottostante graniglia in marmo. Sui muri esterni degli spazi che saranno destinati alla sala di lettura adiacente alla piazza è presente una mappa permanente che indica al pubblico il titolo, l’autore, l’editore e la posizione di ogni singolo brano inciso nelle vasche in cemento. Tutto chiaro? Noi vi aiutiamo con la fotogallery…

– Ginevra Bria

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Ginevra Bria

Ginevra Bria

Ginevra Bria è critico d’arte e curatore di Isisuf – Istituto Internazionale di Studi sul Futurismo di Milano. È specializzata in arte contemporanea latinoamericana.

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