Una Sala d’aspetto per scrittori e registi in transito. Da trovare a Topolò, borgo friulano di trenta abitanti che d’estate si anima col festival più bizzarro che ci sia: scoprite perché…

È un borgo montano di una trentina di abitanti all’estremo confine italo-sloveno, un luogo isolato nelle Valli del Natisone. Da sempre ultima frontiera di mondi contrapposti, fu un noto teatro della battaglia di Caporetto e delle vicende più contrastate della Seconda Guerra Mondiale e della Guerra Fredda. Ma per dieci giorni all’anno Topolò – Topolove […]

È un borgo montano di una trentina di abitanti all’estremo confine italo-sloveno, un luogo isolato nelle Valli del Natisone. Da sempre ultima frontiera di mondi contrapposti, fu un noto teatro della battaglia di Caporetto e delle vicende più contrastate della Seconda Guerra Mondiale e della Guerra Fredda. Ma per dieci giorni all’anno Topolò – Topolove – questo il nome del borgo, provincia di Udine – diventa meta di artisti, registi, musicisti, scrittori, fotografi, performers e uomini di scienza provenienti da tutto il mondo, che vengono ospitati nelle case del paese e confrontano la loro ricerca con la realtà del luogo. Non è un festival, Stazione di Topolò/Postaja Topolove, la singolare e curiosa iniziativa che vi si tiene dal 12 al 21 luglio: non ci sono “spettacoli itineranti”, è un piccolo-grande laboratorio che coniuga la sperimentazione con l’arcaicità di un’antica cultura e la forza dell’ambiente che la ospita. Tutto ciò che accade prende vita dal contatto diretto con il luogo, che diventa così motore principale e non scenario degli eventi. Tutto si svolge nei prati, nelle piazzette, lungo i vicoli e nelle case del borgo, utilizzando ciò che c’è; senza palchi, teatri e senza orari, ma secondo coordinate che seguono i ritmi della natura.
Cosicchè gli appuntamenti sono regolati secondo le diciture aleatorie “dopo il tramonto”, “nel pomeriggio”, “verso sera”, “con il buio”. I luoghi, anche quelli sono ai limiti dell’immaginazione. E capita di imbattersi in Work in progress, installazione sonora e visiva di Per Platou, curata dall’Ambasciata di Norvegia; in Zaupno o skupnem | Segreti sulle cose in comune, video-installazione di Anja Medved, o in From the North East Side, performance di Xin Cheng. Gli attori della festa si muovono tra un “aeroporto”, 5 ambasciate, un Istituto di Topologia e Paesologia, l’ufficio postale per stati di coscienza, la sala d’aspetto per  scrittori e registi in transito, l’Officina Globale della Salute, l’Istituto per le Acque, la Pinacoteca Universale, l’ Università , la biblioteca per i libri del cuore, le antiche sinagoghe, le terme, l’ostello per i suoni trascurati: un lusso, in un paese dove non ci sono negozi, bar, né autobus, alla fine della strada.

– Federica Polidoro

www.stazioneditopolo.it

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Federica Polidoro

Federica Polidoro

Federica Polidoro si laurea in Studi Teorici Storici e Critici sul Cinema e gli Audiovisivi all'Università Roma Tre. Ha diretto per tre anni il Roma Tre Film Festival al Teatro Palladium, selezionando opere provenienti da quattro continenti, coinvolgendo Istituti di…

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