Tra lifting, rossetti e scosse sismiche, è di scena l’incertezza del contemporaneo: il Teatro dei Venti presenta in Toscana i suoi due nuovi spettacoli. Per niente rassicuranti

“C’è trucco, ma non c’è inganno”: così il regista Stefano Tè introduce InCertiCorpi, spettacolo della compagnia modenese Teatro dei Venti che sarà presentato il 21 luglio, in anteprima, al festival toscano Collinarea. In scena è Francesca Figini, “una donna, il suo tempo che avanza, e la lotta per fermarlo”, in un percorso drammaturgico in cui […]

C’è trucco, ma non c’è inganno”: così il regista Stefano Tè introduce InCertiCorpi, spettacolo della compagnia modenese Teatro dei Venti che sarà presentato il 21 luglio, in anteprima, al festival toscano Collinarea. In scena è Francesca Figini, “una donna, il suo tempo che avanza, e la lotta per fermarlo”, in un percorso drammaturgico in cui si sovrappongono il susseguirsi quotidiano di conquiste e sconfitte e, in parallelo, l’inesorabile declino verso la vecchiaia, cui la donna strenuamente si oppone. Punto di partenza di InCertiCorpi è Pittura su legno, il dramma scritto da Ingmar Bergman nel 1954 per il saggio di fine anno dei suoi allievi all’Accademia di Malmö, poi divenuto la sceneggiatura del suo celeberrimo film Il settimo sigillo. Il giorno seguente, lunedì 22, al festival Collinarea sarà possibile assistere al primo studio della nuova produzione del Teatro dei Venti, Tremori. Si tratta di uno spettacolo che, prendendo spunto dal terremoto che il 20 e il 29 maggio 2012 ha sconvolto l’Emilia, indaga diversi tipi di precarietà: quella politica (in particolare nella provincia colpita dal sisma), quella economico-lavorativa (dei suoi abitanti) e quella esistenziale (che coinvolge ciascuno di noi). Spiega il regista: “Sono storie che inseguono il passo frenetico del mondo senza raggiungerlo, senza sentirsi mai parte del presente e tantomeno custodi di un futuro possibile. La messa in scena ripercorre il tempo trascorso tra la prima e la seconda scossa, affacciandosi su due coppie che abitano il contemporaneo, a loro insaputa”. Lo spettacolo, che vede in scena Francesco Bocchi, Oksana Casolari, Beatrice Pizzardo e Antonio Santangelo cita (nel senso che inserisce dialetticamente nel proprio discorso poetico) diverse fonti illustri: beckettiane forme del tacere, dell’impossibilità di dire (o meglio di significare) si intrecciano a immaginari surreali e onirici (o forse incubotici) di marca felliniana, mentre l’uso balistico, brechtianamente rivoluzionario, del fare teatrale incontra, nell’immaginario registico, le case tagliate di Gordon Matta-Clark, e il loro materializzare l’impermanenza.

– Michele Pascarella

http://www.teatrodeiventi.it/

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Michele Pascarella

Michele Pascarella

Dal 1992 si occupa di teatro contemporaneo e tecniche di narrazione sotto la guida di noti maestri ravennati. Dal 2010 è studioso di arti performative, interessandosi in particolare delle rivoluzioni del Novecento e delle contaminazioni fra le diverse pratiche artistiche.

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