Verso la Biennale: inaugurazione multipla per la Galleria Michela Rizzo. Nuovo spazio alla Giudecca e un bouquet di mostre in città. Da Antoni Muntadas fino a Vito Acconci

Non si è proprio risparmiata, la Galleria Michela Rizzo, per la prossima Biennale. Tra le realtà private più in vista della scena veneziana, eccola arrivare al convulso opening di fine maggio con un bastimento carico di mostre. E che mostre. Tutti appuntamenti di spessore, con nomi di punta dell’Olimpo dell’arte contemporanea. Nella sede di Palazzo […]

Non si è proprio risparmiata, la Galleria Michela Rizzo, per la prossima Biennale. Tra le realtà private più in vista della scena veneziana, eccola arrivare al convulso opening di fine maggio con un bastimento carico di mostre. E che mostre. Tutti appuntamenti di spessore, con nomi di punta dell’Olimpo dell’arte contemporanea. Nella sede di Palazzo Palumbo Fossati, a S.Marco, si inaugura Protocolli Veneziani I, di Antoni Muntadas, maestro spagnolo che sviluppa la sua ricerca politico-sociale su un doppio livello: la percezione, attiva sul piano emotivo, e l’informazione, capace di stimolare il ragionamento. Prima fase di un progetto dedicato a Venezia, la mostra analizza attraverso quel complesso di norme che  regolano la vita della città, essendo una sorta di struttura rigida entro cui gli abitanti coltivano le proprie esistenze. Regole invisibili che si concretizzano in forme estetiche, tracce, segni della straordinaria architettura veneziana.
Different Walls, di David Tremlett (a cura Rachele Ferrario) e All Vertical Lines Intersect di David Rickard (a cura di Elena Forin), sono invece le due personali che inaugurano la nuove sede della galleria, presso l’Ex Birreria Giudecca, spazi in cui per anni aveva allestito il suo atelier l’artista americano Lawrence Carroll: un ambiente suggestivo, dalle alte pareti, articolato in un labirinto di stanze, con tanto di soppalco e una grande vetrata da cui filtra una luce morbida, diffusa. Ispirati a un precedente viaggio i Vietnam, i wall drawings di Tremlett dialogano con lo spazio mettendolo in vibrazione, abitandolo, rapportandosi con l’altezza, le aperture, gli angoli e i volumi chiusi, essendo superfici cromatiche che riflettono la luce e la modulano, armonicamente. Site specific anche il progetto di Rickard, che cerca un rapporto con i lavori del maestro inglese ma anche con tutta l’architettura della galleria: interventi concettuali che alterano la percezione del luogo, attraverso dispositivi geometrici, poetici, sonori, temporali.

Nanni Balestrini, Tristanoil

Nanni Balestrini, Tristanoil

Ma non è tutto. Sono ancora tre i progetti out door che la galleria cura e coproduce in giro per la Laguna. Tristanoil – Il flm più lungo del mondo, di Nanni Balestrini, presentato in anteprima per dOCUMENTA (13), approda al S.a.L.E. Docks – Magazzini del Sale, con la cura di Martina Cavallarin e in collaborazione con la Fondazione Morra: un’opera generata tramite un un computer che mixa, in capitoli di dieci minuti ciascuno, oltre 150 videoclip, tutti sul tema dei disastri causati dal petrolio sul Pianeta. E poi – sempre a cura di Cavallarin – religione e spiritualità, per raccontare in chiave pop le multiformi declinazioni dell’Oppio dei popoli, con The God Machine di Sebastiano Mauri, allestito a Ca’ Bonvicini, in Santa Croce, mentre a Palazzo Pesaro Papafava ci sono Franco Vaccari e Vito Acconci/Acconci Studio, due star assolute a confronto, per un grande progetto espositivo curato da Valerio Dehò, in collaborazione con la galleria p420 di Bologna. Un percorso fatto di tangenze, riflessi e distanze, ripercorrendo le tappe più significative del loro lavoro, dagli esordi fino all’attualità.

– Helga Marsala

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Helga Marsala

Helga Marsala

Helga Marsala è critica d’arte, giornalista, editorialista culturale e curatrice. Ha innsegnato all’Accademia di Belle Arti di Palermo e di Roma (dove è stata anche responsabile dell’ufficio comunicazione). Collaboratrice da vent’anni anni di testate nazionali di settore, ha lavorato a…

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