“La sovranità appartiene al pubblico”. Tracciato il futuro del Madre secondo Andrea Viliani: che a Napoli si porta Vincenzo Trione, Alessandra Troncone, Alessandro Rabottini ed Eugenio Viola. Ecco il video…
Relazionalità, ricerca, multimedialità: queste le direttive-guida del rinascente Museo Madre, così come emerse dal profilo tratteggiato dal neo-direttore Andrea Viliani del programma di attività 2013, significativamente chiamato Per_formare il museo, a sottolineare il carattere di uno spazio culturale da vivere, scoprire e ridefinire live e in progress. “Ricerca”? significa delineare un museo inteso innanzitutto come […]
Relazionalità, ricerca, multimedialità: queste le direttive-guida del rinascente Museo Madre, così come emerse dal profilo tratteggiato dal neo-direttore Andrea Viliani del programma di attività 2013, significativamente chiamato Per_formare il museo, a sottolineare il carattere di uno spazio culturale da vivere, scoprire e ridefinire live e in progress. “Ricerca”? significa delineare un museo inteso innanzitutto come produttore, e non solo espositore, di cultura, come auspicato dalla creazione – secondo un modello inedito per l’Italia – di un Dipartimento di ricerca concretamente operativo per la definizione della collezione permanente e del programma di attività, con Vincenzo Trione, Alessandra Troncone, Alessandro Rabottini ed Eugenio Viola (fino all’ultimo fra i contendenti per la direzione del museo).
La “multimedialità” è invece assicurata dall’offerta di connessione wi-fi, dalla creazione di ben due applicazioni per smartphones e dal lancio di un canale video dedicato (www.youmadre.it) per la valorizzazione di giovani artisti e delle iniziative del Madre. Ma è la ricerca di “relazionalità” e di dialogo in senso allargato a sembrare lo sforzo di rinnovamento maggiore per un museo che, nel recente passato, si è trovato spesso al centro di accuse di autoreferenzialità rispetto alla città o al quartiere ospitanti. “Operare un rovesciamento della sovranità, per restituirla al pubblico”, come nettamente espresso dalle parole di Pierpaolo Forte, presidente della Fondazione Donnaregina, diviene il nuovo diktat da attuare attraverso iniziative coraggiose e avanguardistiche, come la destinazione della sala polifunzionale – da oggi rinominata Re_PUBBLICA MADRE – a un dialogo con i fruitori che si esplicherà anche con proposte e opinioni sull’attività del museo “postate” in lavagne o videocamere e periodicamente discusse in vere e proprie riunioni pubbliche. Ma relazionalità significa anche ricerca di nuove connessioni con il territorio regionale, tessitura sempre più fitta di reti con altre istituzioni e soggetti – non a caso il Madre da oggi entra a far parte di Federculture e di Amaci – e persino una selezione delle opere da inserire nelle mostre (tra i prossimi nomi in programma espositivo, Thomas Bayrle, Mario Garcia Torres, Giulia Piscitelli, Daniel Buren) o nella collezione permanente che premi l’aspetto emozionale e “partecipativo, di azione e di riflessione condivisa con il pubblico”.
La proposta regge, il cammino appare strutturato, gli esiti incuriosiscono: poco ma sicuro, l’intenzionalità del museo coinvolge ma anche responsabilizza maggiormente un pubblico che per rispondere alla chiamata dovrà essere all’altezza del nuovo ruolo di pro-sumer (producer + consumer) che da qualche tempo ormai si sostituisce al puro e semplice consumatore nelle dinamiche economiche. Aspettiamo l’output, sperando che l’obiettivo virtuoso di integrazione e interazione non scivoli mai nell’equivoco di delega e abdicazione a una pur persistente e necessaria funzione di guida ed educazione di un pubblico – quello italiano, e napoletano in particolare – purtroppo ancora troppo lontano dall’arte contemporanea.
– Diana Gianquitto
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