14 artisti per 7 stanze. Ecco tutti i nomi che faranno il Padiglione Italia curato da Bartolomeo Pietromarchi alla prossima Biennale di Venezia. Titolo: “Vice versa”

  Francesco Arena, Massimo Bartolini, Gianfranco Baruchello, Elisabetta Benassi, Flavio Favelli, Luigi Ghirri, Piero Golia, Francesca Grilli, Marcello Maloberti, Fabio Mauri, Giulio Paolini, Marco Tirelli, Luca Vitone, Sislej Xhafa. Eccoli, i nomi più attesi del momento: quelli dei 14 artisti scelti da Bartolomeo Pietromarchi per il Padiglione Italia alla prossima Biennale di Venezia. A presentarli […]

Francesco Arena, Massimo Bartolini, Gianfranco Baruchello, Elisabetta Benassi, Flavio Favelli, Luigi Ghirri, Piero Golia, Francesca Grilli, Marcello Maloberti, Fabio Mauri, Giulio Paolini, Marco Tirelli, Luca Vitone, Sislej Xhafa. Eccoli, i nomi più attesi del momento: quelli dei 14 artisti scelti da Bartolomeo Pietromarchi per il Padiglione Italia alla prossima Biennale di Venezia. A presentarli lo stesso curatore ed il Commissario del Padiglione Maddalena Ragni, nella conferenza tuttora in corso a Roma nella Sala Molajoli del Complesso Monumentale di San Michele a Ripa, sede del Mibac.
Riflessioni sui nomi? Poche sorprese, a cominciare dal numero, che – come anticipato da tempo – si pone a metà strada fra quello del padiglione Beatrice&Beatrice del 2009 e quello del 2007, con la coppia Penone + Vezzoli. Poche sorprese anche sulle scelte, con un bel lotto di artisti da tempo seguiti dal direttore del Macro, tendenzialmente mid career, ingrossato da qualche nome storico e da qualche “lupo solitario”. Non manca una concessione alla trans-nazionalità, che pare molto in voga in prospettiva Biennale, con la chiamata di Xhafa che, pur da sempre legatissimo all’Italia, resta un artista del Kosovo, già presente alla Biennale del 2005, ma nel padiglione dell’Albania.
Più interessante il concept, che sembra destinato a costruire un padiglione “leggibile”, dopo l’anarchia confusionaria dell’esperienza Sgarbi. Il titolo sarà Vice versa, ispirato ad un concetto teorizzato da Giorgio Agamben nel volume Categorie italiane. Studi di Poetica (1996), in cui il filosofo sostiene che “per interpretare la cultura italiana sia necessario individuare una ‘serie di concetti polarmente coniugati’ capaci di descriverne le caratteristiche di fondo”. E nell’interpretarlo Pietromarchi creerà sette stanze – si prevedono grandi lavori dei cartongessisti! -, in ognuna due artisti in dialogo su uno specifico tema. Il paesaggio per Ghirri/Vitone, la storia per Mauri/Arena, la dialettica tra tragedia e commedia per Golia/Xhafa (che esporranno in esterno), le tradizioni per Maloberti/Favelli, l’illusione per Paolini/Tirelli, la libertà per Bartolini/Grilli, la tensione tra frammento e sistema per Baruchello/Benassi.
Artisti in dialogo, la nostra arte è sempre stata dialettica – ha spiegato Pietromarchi -, non sarà un percorso obbligato e si potrà girare permeabilmente tra stanza e stanza, da questi dialoghi dovrà nascere questo senso omogeneo di tematiche importanti sulla nostra storia recente, che ci restitituiscano un’idea complessiva e precisa sulle caratteristiche di fondo artistiche ed estetiche“. Il costo del padiglione sarà di 600mila euro, sostanziosamente tagliato rispetto agli anni recenti.

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Massimo Mattioli

Massimo Mattioli

É nato a Todi (Pg). Laureato in Storia dell'Arte Contemporanea all’Università di Perugia, fra il 1993 e il 1994 ha lavorato a Torino come redattore de “Il Giornale dell'Arte”. Nel 2005 ha pubblicato per Silvia Editrice il libro “Rigando dritto.…

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