“Posso averne ancora, per favore?”. Prosegue l’avventura del Charles Dickens Museum: riapre al pubblico dopo otto mesi di restauro la casa dove venne scritto “Oliver Twist”

La Storia ha provato a sbarazzarsene più volte, ma lei – tenace – ha sempre tenuto botta. Londra: la casa al civico 48 di Daughty Street riapre i battenti al pubblico di curiosi e appassionati; e lo fa a duecento anni esatti dalla nascita del suo più celebre e stimato inquilino. Torna dopo un restauro […]

La Storia ha provato a sbarazzarsene più volte, ma lei – tenace – ha sempre tenuto botta. Londra: la casa al civico 48 di Daughty Street riapre i battenti al pubblico di curiosi e appassionati; e lo fa a duecento anni esatti dalla nascita del suo più celebre e stimato inquilino. Torna dopo un restauro di otto mesi il Charles Dickens Museum, con tanto di visita da parte di una giuliva famiglia reale – i rami più secchi, però: Will & Kate hanno altro a cui pensare di questi tempi.
È l’unica residenza del romanziere rimasta integra nelle sue linee originali; è scampata, nel 1923, al rischio di un’ipoteca che ne avrebbe favorito la demolizione: salvata, all’epoca, da una sottoscrizione popolare. Ora, dopo aver superato gli acciacchi del tempo e visto un brillante riallestimento, torna a disposizione di bibliofili e turisti. Ci ha vissuto poco più di due anni, tra l’inizio del 1837 e la fine del 1839, ma Dickens, qui, ha dato vita ad alcune pietre miliari del suo catalogo. La parola “fine” a Il Circolo Pickwick è stata posta tra queste mura; le stesse che sono testimoni della stesura definitiva del mitico Oliver Twist: restano di quei giorni mobili e memorabilia, libri e carteggi.
Sulla tavola, apparecchiata come in attesa degli ospiti, ceramiche d’epoca personalizzate con il volto dello scrittore; pioggia di autografi sotto vetro, piazzati un po’ ovunque. E ancora: un celebre ritratto del maestro ed altre opere a firma Robert William Buss.

– Francesco Sala

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Francesco Sala

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