Il tempio del ritratto a Londra. Alla National Portrait Gallery sono in mostra, fino a febbrario, le sessanta opere selezionate per il Taylor Wessing Prize. Tutti gli scatti premiati

L’arte del ritratto. Complicata, raffinata, inarrivabile. La sfida di tramutare in icona la verità mutevole di un volto: biografie custodite tra i lineamenti e le strategie sottili del corpo. Fare dell’immagine presenza, e viceversa. Essendo osservatori clinici, fedeli, attenti a ogni variazione e vibrazione. Senza però dimenticare l’altrove, il sommerso, il dettaglio che non c’è […]

L’arte del ritratto. Complicata, raffinata, inarrivabile. La sfida di tramutare in icona la verità mutevole di un volto: biografie custodite tra i lineamenti e le strategie sottili del corpo. Fare dell’immagine presenza, e viceversa. Essendo osservatori clinici, fedeli, attenti a ogni variazione e vibrazione. Senza però dimenticare l’altrove, il sommerso, il dettaglio che non c’è e che la rappresentazione lascia emergere, a sorpresa.
Mestiere difficile, quello del ritrattista. Che sia pittura, scultura o fotografia. E proprio ai fotografi specializzati nel genere si rivolge il “Taylor Wessing Prize”, premio londinese con cadenza annuale, tra i migliori sulla piazza internazionale. Quest’anno sono state più di 5000 le opere in concorso, per oltre 2350 fotografi professionisti iscritti.
Tra le 60 opere in short list la giuria ha individuato cinque vincitori. Primo premio di £12,000 all’inglese Jordi Ruiz Cirera, residente in Spagna. A regalargli la vittoria è stata la ritrosia dolce e insieme decisa di Margarita Teichroeb, una 26enne boliviana, di fede mennonita, che non aveva alcuna voglia di stare davanti all’obiettivo. Il suo sguardo tagliente, un po’ cupo, la sua diffidenza malcelata, sono l’anima di un’immagine intensa, esaltata dal contesto severo. Un soggetto che si nega ma che si impone, con carattere. Il ritratto fa parte di un lungo progetto di Cirera, recatosi in Sud America per fotografare i membri di alcune comunità mennonite: un tentativo di sfidare, a colpi di scatti rubati o concessi, la loro iconoclastia religiosa.

Lynne Brighton by Jennifer Pattison 2nd prize. Copyright © Jennifer Pattison. Image courtesy of National Portrait Gallery Il tempio del ritratto a Londra. Alla National Portrait Gallery sono in mostra, fino a febbrario, le sessanta opere selezionate per il Taylor Wessing Prize. Tutti gli scatti premiati

Jennifer Pattison – Lynne, Brighton, maggio 2012 – copyright © Jennifer Pattison, image courtesy of National Portrait Gallery

Il secondo premio, pari a £3,000, è andato a Jennifer Pattison per Lynne, ritratto di una giovane donna, colta in un istante di ineffabile grazia: il candore di un corpo nudo, nel nitore di un mattino casalingo, in una casa abbandonata di Glasgow.
Terzo posto, per £2,000, a Spencer Murphy, col suo ritratto di Mark Rylance, commissionato per la copertina del Telegraph in occasione del ritorno dell’attore allo Shakespeare’s Globe Theatre col “Riccardo III”.
Le £1,000 del quarto premio sono andate ad Haser Alma, che con The Ventriloquist ha immortalato in un abbraccio enigmatico i due amici Luca e Giacomo, trasformati dal titolo, ironicamente, nel puparo e nel pupazzo di un improbabile show.
La menzione del “John Kobal New Work Award” se la aggiudica Matthew Niederhauser, reporter americano dalla Cina per il Time e il New Yorker, che ha colto una delle “nove vite” di Ai Weiwei nel periodo in cui l’artista era agli arresti domiciliari. Una posa rubata con uno dei gatti randagi che si aggirano intorno alla sua casa di Pechino.
Le sessanta opere finaliste saranno in mostra fino al 17 febbraio alla National Portrait Gallery di Londra.

– Helga Marsala

www.npg.org.uk

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Helga Marsala

Helga Marsala

Helga Marsala è critica d’arte, editorialista culturale e curatrice. Ha insegnato all’Accademia di Belle Arti di Palermo e di Roma (dove è stata anche responsabile dell’ufficio comunicazione). Collaboratrice da vent’anni anni di testate nazionali di settore, ha lavorato a lungo,…

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