Missione compiuta. Tre dei nostri lettori andranno a teatro con i biglietti omaggio offerti da Romaeuropa. Ma molte altre opportunità stanno per arrivare. Tenetevi pronti…

Si è concluso stamattina il giveaway targato Artribune e Romaeuropa. Si tratta della prima di una lunga serie di iniziative volte a “regalare” ai nostri lettori piccoli premi in cambio di attenzione e partecipazione. Stavolta, per aggiudicarsi una coppia di biglietti per lo spettacolo teatrale Viaggio al termine della notte, con Elio Germano e Teho […]

Si è concluso stamattina il giveaway targato Artribune e Romaeuropa. Si tratta della prima di una lunga serie di iniziative volte a “regalare” ai nostri lettori piccoli premi in cambio di attenzione e partecipazione. Stavolta, per aggiudicarsi una coppia di biglietti per lo spettacolo teatrale Viaggio al termine della notte, con Elio Germano e Teho Teardo, avevamo chiesto di inviare delle micro-recensioni a tema: “lo spettacolo teatrale che preferisci e perché”, il tutto rigorosamente in 140 caratteri, ossia in formato tweet. I tre vincitori sono già stati contattati via e-mail e potranno ritirare i loro biglietti direttamente al botteghino.
Ma quali sono gli spettacoli teatrali più amati dai nostri lettori? Gli autori citati sono stati molti e diversi tra loro: da Samuel Beckett a Jan Fabre, passando per Emma Dante e Antonio Rezza. Qui sotto riuniamo alcuni dei contributi ricevuti, ma tenetevi pronti perché stiamo già preparando il prossimo contest…

Edvige scrive:
Il Prometeus di J. Fabre: un’esperienza emotivamente estrema, durante la quale lo spettatore si abbandona agli impulsi più primordiali. Uno spettacolo durante il quale i sensi sono continuamente sollecitati e dove è inevitabile un confronto diretto e serrato con la vita.

Paolo V. scrive:
Musica, arte contemporanea, danza, body art, omosessualità. Critica sociale. Romanità da crepare dalle risate in uno spettacolo locale e globale al tempo stesso. E’ uno spettacolo di Antonio Rezza e Flavia Mastrella.

Salvatore Tulipano scrive:
1952, Samuel Beckett, Aspettando Godot. La riscoperta dell’esistenza fra isteria ed ironia, intrisa di una conscia incoscienza. @artribune

Francesca Mazzotti scrive:
La Turandot del Gozzi per la regia di Clelia Falletti ed Eugenio Barba per una scenografia che ha preso in prestito i simbolismi del teatro orientale in un’atmosfera magica che ha unito il confine sottile di diversi mondi paralleli.

Camilla scrive:
Dissonorata, S. La Ruina, un dialetto del sud, una vittima della legge degli uomini, un’eco passato che a onor di cronaca passato non è. @artribune

Paola Sabatti scrive:
Cani di bancata, Emma Dante. Ritmo incalzante, atmosfera profonda, musiche perfette. la femmina-cagna della mafia è un pugno nello stomaco, della nostra nazione capovolta: un capolavoro.

Doriana scrive:
2006 – Bergamo. The Brig. Living Theatre. Disciplina, soldati come macchine, la loro marcia continua correde le orecchie in un rumore incessante di piedi che battono a terra. All’unisono. C’è un bagliore di rivolta, è solo illusione. Assorbita tra la massa di carcerati ogni speranza può solo rientrare, confondersi, sparire, nel frastuono che fa la gabbia.

Paola scrive:
MK – Quattro Danze Coloniali Viste da Vicino. Emerge la realtà del movimento, come lavorio costante di traduzione di sé nel circostante.

Annalisa scrive:
“Che cosa vuole? Oggi non posso assolutamente…”. Nora alla prova da Casa di bambola di Ibsen. Regia di Ronconi con Mariangela Melato.

Laura P scrive:
Hansel e Gretel dei Raffaello Sanzio al Valle a Roma. La platea non esisteva più, solo un enorme intestino di cartapesta, dove camminare calpestando torba e sentendo profumo di bosco, a volte si aprivano stanze dove gli attori recitavano una scena, ma quando l’intestino di squarcia sulla torre scenica per far vedere le altezze degli alberi della foresta nera, rimani senza fiato. Uccelli metallici aleggiano sopra ai bimbi, quando appare la casetta di marzapane della strega, senti odore di biscotti, vaniglia e cioccolato. Esperienza totale e indimenticabile.

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