Quando la classifica è democratica. Su Artribune c’è la Power List all’italiana: ma è un sondaggio, e i potenti li decidete voi…

Un’importante rivista come ArtReview ci ha creato gran parte della sua fortuna. Soprattutto sul finire dell’anno, anche i più grandi  e compassati quotidiani ne sono pieni: l’inglese Guardian sono settimane che ne pubblica, a ritmi di una al giorno. Serie, seriose, giocose, strampalate: ognuno pubblica la sua brava classifica, la lista del meglio o del peggio dell’anno, […]

Un’importante rivista come ArtReview ci ha creato gran parte della sua fortuna. Soprattutto sul finire dell’anno, anche i più grandi  e compassati quotidiani ne sono pieni: l’inglese Guardian sono settimane che ne pubblica, a ritmi di una al giorno. Serie, seriose, giocose, strampalate: ognuno pubblica la sua brava classifica, la lista del meglio o del peggio dell’anno, sempre ovviamente con opinioni di parte. E perché Artribune no? E infatti lo facciamo anche noi: con una piccola differenza, però, che poi tanto piccola non è: noi la facciamo stilare a voi! Sarete voi a decidere qual è la Power List dell’arte italiana: chi è il personaggio più influente, le cui scelte e decisioni pesano maggiormente sulle vicende creative del Paese, chi si muove e comunica meglio. Artisti, galleristi, critici, collezionisti, politici, direttori di museo: abbiamo stilato un’ampia “shortlist”, e ve la sottoponiamo come sondaggio, più sarete a votare, più autorevole sarà il responso!
Nessuno di loro avrebbe bisogno di presentazione: si parte, in rigoroso ordine alfabetico, da Paolo Baratta, appena riconfermato alla presidenza della Biennale di Venezia, seguito da Gabriella Belli – ancora Venezia, da poco entrata in carica alla guida dei Musei Civici e poi Stefano Boeri, assessore milanese reduce da un duro contrasto col sindaco Pisapia, ma pronto ad entrare nel vivo dei problemi meneghini. Poi Francesco Bonami, critico, saggista e direttore della Sandretto Re Rebaudengo; Achille Bonito Oliva, in momento di particolare spolvero con i tanti eventi che rilanciano la Transavanguardia; Maurizio Cattelan, re di New York con la personale al Guggenheim; Germano Celant, anche lui alle seconda giovinezza con l’anno dell’Arte Povera; Cristiana Collu, da poco erede della Belli in un posto chiave come il Mart; Mario Cristiani, ovviamente assieme a Lorenzo Fiaschi e Maurizio Rigillo, anime, menti e cuori del colosso galleria Continua. Altro gallerista leader, 500 chilometri più a Nord, ecco Massimo De Carlo, poi un Dino Gasperini assessore romano, che si avvia a portare in porto con successo la non facile “vertenza” Macro; Massimiliano Gioni, star oltreoceano al New Museum, e sul suolo patrio con la Fondazione Trussardi; Miuccia Prada, supercollezionista spesso nei gangli vitali delle arti, ora anche con la novità venezia Ca’ Corner della Regina, Vittorio Sgarbi, capace di mobilitare – bene o male – un apparato mai visto di artisti, spazi espositivi, denari, media; Angela Vettese, sempre in sella fra Bevilacqua La Masa, Festival (ex) Faenza e pagine del Domenicale del Sole 24 Ore. A voi la parola.

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