Ancora una mostra di Steve McCurry? Sì, ma al Macro Testaccio c’è l’allestimento di Fabio Novembre. Che un po’ ricorda un certo Padiglione Italia…
Lui è certamente uno dei più grandi maestri della fotografia del nostro secolo, ma è anche – e anche in Italia – uno dei più esposti. Fra il 2009 e il 2010 sue grandi mostre hanno girato fra Milano, Perugia e Lucca, e il comune meneghino gli ha addirittura assegnato un contestato Ambrogino d’Oro. Perché […]
Lui è certamente uno dei più grandi maestri della fotografia del nostro secolo, ma è anche – e anche in Italia – uno dei più esposti. Fra il 2009 e il 2010 sue grandi mostre hanno girato fra Milano, Perugia e Lucca, e il comune meneghino gli ha addirittura assegnato un contestato Ambrogino d’Oro. Perché allora dovrebbe far notizia una nuova mostra di Steve McCurry, come quella allestita fino ad aprile 2012 a Roma negli spazi della Pelanda al Macro Testaccio? Perché l’avvio è stato di quelli col botto, possiamo dire ora, con oltre 3.500 visitatori solo nel primo weekend di apertura.
Ma ci sono altre ragioni, che vanno anche oltre alla qualità della mostra, con oltre 200 fotografie fra le quali alcune delle icone di McCurry. Curatore della mostra e dell’allestimento è infatti uno dei maggiori protagonisti del progetto e della cultura dell’immagine in Italia, Fabio Novembre, che nell’allestimento ha pensato di ricreare una sorta di “villaggio nomade con una serie di volumi che si compenetrano tra loro per restituire quel senso di umanità che si respira nelle foto”.
Suggestivo, avvolgente, anche “caldo”: ma le griglie utilizzate, l’affollamento ed il ricercato inquinamento visuale, non ricordano tanto il criticatissimo allestimento di Benedetta Tagliabue per il Padiglione Italia all’Arsenale di Venezia? Diteci la vostra, non aspettiamo altro…
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