“Un mecenate? No, direi di no. Piuttosto un medico generico”. E Antonio Presti toccò con mano lo standing medio della italica tv di stato…

“Vendere rastrelli… no, non credo. E neanche uno che insegna l’Italiano agli stranieri. Un mecenate… no, e neanche un sorvegliante di museo… Però potrei dire che il signore è un medico generico”. Imperdibili brani dall’italico servizio pubblico radiotelevisivo, assai abituali per chi non si perda una puntata che sia una de I Soliti Ignoti, striscia cult […]

Vendere rastrelli… no, non credo. E neanche uno che insegna l’Italiano agli stranieri. Un mecenate… no, e neanche un sorvegliante di museo… Però potrei dire che il signore è un medico generico”. Imperdibili brani dall’italico servizio pubblico radiotelevisivo, assai abituali per chi non si perda una puntata che sia una de I Soliti Ignoti, striscia cult condotta dal mitico Fabrizione Frizzi, inossidabile condottiero da qualcosa come 400 puntate, e capace di avvinghiare – nella serata di cui si parla – più di 7 milioni di spettatori (ammesso e non concesso che l’Auditel di Malgara si ancora in grado di quantificare seriamente nel frammentato mercato di oggi).
Bene, ne siamo consapevoli: ma perché ci dovrebbe interessare? Presto detto. Finora ci era sfuggita la cosa, ma il tam tam della rete ce l’ha riproposta e noi l’abbiamo agguantata al volo. Il meccanismo del gioco è tanto semplice: il concorrente, utilizzando intuito, logica  e capacità di osservazione, deve provare ad abbinare un’identità (normalmente occupativa) ad ognuno degli otto personaggi presentati in studio. E nella puntata in questione uno degli otto era un tipo ben noto ai frequentatori dell’artworld: quell’Antonio Presti creatore – fra mille ostacoli burocratico-giudiziari – del parco di sculture della Fiumara d’Arte e dell’Art Hotel per antonomasia, l’Atelier sul Mare, sul litorale messinese. E poi del progetto socio-creativo di Librino, a Catania. Ma noi del mondo dell’arte, che pensiamo di essere celebrità, sempre più spesso ci accorgiamo che al di fuori della nostra famiglia allargata non ci conosce proprio nessuno. Ed ecco l’ennesima conferma per Presti: celebrità nel settore, illustre sconosciuto fuori.
Era lui il “mecenate” da cercare fra gli otto “soliti ignoti”, lui che magari pensava che una comparsata televisiva potesse amplificare il messaggio taumaturgico che da decenni affida alle sue imprese. Ma, nella sua espressione sbigottita in trasmissione – non perdetevi lo stralcio che riportiamo sotto! -, pare di leggere un inequivocabile “Ma chi diamine me l’ha fatto fare???”. La stessa frase che viene in mente a noi, dopo aver pagato il Canone Rai…

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Redazione

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