Allarme arancione. Anche dall’Olanda arriva una petizione contro i tagli ad arte e cultura

La differenza più notevole è nella modalità con cui circolano le notizie e gli appelli: da noi mediterranei sanguigni ed improvvisatori – ma anche in Francia, o meglio a Nizza, altrettanto mediterranea – si sceglie il passaparola, la chiamata alle armi scomposta alla Masaniello; lì si produce un’analisi piena di dettagli e raziocinio, e la […]

La differenza più notevole è nella modalità con cui circolano le notizie e gli appelli: da noi mediterranei sanguigni ed improvvisatori – ma anche in Francia, o meglio a Nizza, altrettanto mediterranea – si sceglie il passaparola, la chiamata alle armi scomposta alla Masaniello; lì si produce un’analisi piena di dettagli e raziocinio, e la si fa circolare fra i professionals con la newsletter più diffusa del globo, leggasi e-flux. Ma la sostanza è la medesima: dopo l’Italia con la vicenda Macro, la Francia con Villa Arson, anche dall’Olanda arriva una petizione contro i tagli ad arte e cultura, sintomo di un malessere che unisce un po’ tutte le realtà del continente.
Colpo di Stato olandese in arte e cultura”, grida allarmato il titolo del documento. Che poi ricostruisce gli equilibri politici attualmente vigenti nel paese dei tulipani, per avere ben chiaro l’obbiettivo contro cui indirizzare l’invettiva. “Un intero settore orientato alla sperimentazione artistica, all’innovazione, istruzione e sviluppo, che ha contraddistinto l’Olanda dandole per molti decenni una posizione leader a livello internazionale, rischia di essere demolito praticamente dall’oggi al domani, con l’eccezione di una manciata di top international institutions che saranno risparmiate”.
Nel campo artistico/culturale il bilancio si ridurrà di 200 milioni di euro, con il settore delle arti visive che passerà da 53,3 a 31 milioni su base annua, con effetto immediato nel 2013. Gli effetti? Tagli del 50% nei bilanci per stipendi e borse per gli artisti, altrettanto per la Fondazione Mondriaan – istituzione responsabile del supporto di progetti internazionali -, azzeramento di qualsiasi supporto alle riviste d’arte, fine di tutti i finanziamenti pubblici della formazione post-accademica. E la “drastica riduzione del numero delle istituzioni di arti visive contemporanee che ricevono un sostegno statale (che attualmente comprendono Witte de With, De Appel, BAK, Marres)”. Ma non si specifica quali, così come non si specifica quali siano le top international institutions che non saranno toccate. Il che potrebbe anche far sorgere un dubbio: vuoi vedere che tutto questo polverone è alzato da qualche istituto minore che si vede svuotata la mangiatoia?
Malignità, forse: di certo il malessere è palpabile, anche nei Paesi Bassi. Ed anche di questo si parlerà presto su Artribune Magazine con l’intervista a uno dei tanti “cervelli in fuga” italiani, Lorenzo Benedetti, direttore dell’Art Center De Vleeshal a Middelburg.

Informazioni sulla petizione: www.dezaaknu.nl / www.schadekaart.nl

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Redazione

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