“Precisa e composta, ma senza brividi”. Le prime impressioni – e qualche consiglio – di Danilo Eccher

Si incrociano un po’ tutti, in questi giorni, i protagonisti di questo nostro spesso nervoso e contrastato artworld italico, comunque attento e intenzionato a non mancare a un eventissimo come la biennale. Nel buio del Padiglione Cile scorgiamo la sagoma di Danilo Eccher, e non resistiamo alla tentazione di sentire i suoi primi giudizi a […]

Si incrociano un po’ tutti, in questi giorni, i protagonisti di questo nostro spesso nervoso e contrastato artworld italico, comunque attento e intenzionato a non mancare a un eventissimo come la biennale. Nel buio del Padiglione Cile scorgiamo la sagoma di Danilo Eccher, e non resistiamo alla tentazione di sentire i suoi primi giudizi a caldo…

Una mostra ‘svizzera’, cioè ben impaginata, ordinata, molto pulita, con opere precise e composte, ma senza particolari brividi. Infatti fra gli artisti che ricordo di più, quelli che mi sono maggiormente rimasti in mente, c’è Sigmar Polke, che certamente non è una giovane scoperta.
Il padiglione Italia? Non l’ho ancora visto. Ho visto alcuni padiglioni stranieri, il padiglione americano lo trovo molto bello, secondo me uno dei più interessanti. Ho visto un sorprendente padiglione francese con Boltanski che ha rinnovato il suo linguaggio con un’installazione che, io trovo, bellissima. E poi la sorpresa del padiglione austriaco, che in questa edizione diventa assai curioso…”.

Anna Saba Didonato

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