Icone della stardust contemporanea. A Los Angeles è morta Liz Taylor

La rete impazzisce, le prime notizie trapelano col contagocce, tutti sono cauti. Ma poi le conferme si fanno tante, e fanno una verità: Liz Taylor non c’è più. L’icona che ha dato il suo volto a tutta un’era, difficile da collocare socialmente, al di là del suo talento di attrice. Sempre protagonista, nel cinema, nell’”high […]

La rete impazzisce, le prime notizie trapelano col contagocce, tutti sono cauti. Ma poi le conferme si fanno tante, e fanno una verità: Liz Taylor non c’è più. L’icona che ha dato il suo volto a tutta un’era, difficile da collocare socialmente, al di là del suo talento di attrice. Sempre protagonista, nel cinema, nell’”high society”, nel gossip – con i suoi otto matrimoni -, anche nelle arti visive.
La cronaca parla di una Taylor da tempo malata di cuore, che nel luglio scorso problemi alle coronarie avevano costretta a un ricovero in una clinica di Los Angeles. Da allora i ricoveri della protagonista di film come Il Gigante e La gatta sul tetto che scotta sono stati frequentissimi, fino all’atto finale, a 79 anni, al Cedars Sinai Hospital di Los Angeles. Ci torneremo, presto, su Artribune. Intanto riflettiamo sul suo carisma che non le chiedeva una ragione particolare per farne un’immagine “sacra” della contemporaneità: ed è così che la ricordiamo, eternata da un altro campionissimo della stardust di fine secolo scorso, Andy Warhol… (m. m.)

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Massimo Mattioli

Massimo Mattioli

É nato a Todi (Pg). Laureato in Storia dell'Arte Contemporanea all’Università di Perugia, fra il 1993 e il 1994 ha lavorato a Torino come redattore de “Il Giornale dell'Arte”. Nel 2005 ha pubblicato per Silvia Editrice il libro “Rigando dritto.…

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