A Parma c’è un Parco Romantico tornato al suo splendore originario: il filmato
La Fondazione Magnani-Rocca di Parma, oltre alla Villa dei Capolavori, vanta il Parco Romantico che, dopo un attento intervento di restauro, ha ora ritrovato tutta la sua bellezza. Il video
“Restaurare un giardino è come restaurare un’opera d’arte. Ci vuole pazienza, ci vuole tempo” racconta Elisa Marmiroli, agronoma paesaggista, che insieme all’architetto Alberto Bordi ha guidato il restauro del Parco Romantico della Villa dei Capolavori a Parma.
In questo splendido parco della Fondazione Magnani-Rocca la natura è protagonista assoluta, in tutta la sua bellezza, degna cornice di Villa dei Capolavori, dove sono conservate opere di Monet, Renoir, Cézanne, Goya, Tiziano, Van Dyck, de Chirico e una raccolta di cinquanta Morandi.
Il restauro del Parco Romantico di Fondazione Magnani-Rocca
Finanziato dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), il restauro di questo giardino rappresenta il più ampio intervento paesaggistico dell’Emilia Romagna, grazie al quale è stato riportato al suo splendore un parco unico: quello Romantico vanta infatti ben tre secoli di stili del giardino, da quello formale a quello all’italiana, fino a quello contemporaneo.
Le misure volte a valorizzare il parco hanno interessato 12 ettari di terreno e seguito i rigidi criteri filologici previsti dalla Carta di Firenze per i giardini storici, integrando tuttavia innovazioni contemporanee coerenti con lo spirito della collezione Magnani. Oltre a recuperare antichi sentieri, il restauro ha consentito di crearne di nuovi per rendere ancora più accessibili le diverse aree del Parco Romantico, divenendo così protagonista tanto quanto la Villa dei Capolavori.
Il Parco Romantico e il lascito di Marianna Panciatichi
L’attività di restauro ha inoltre condotto alla riscoperta di una figura importante per il Parco Romantico e non solo: si tratta di Marianna Panciatichi Ximenes d’Aragona in Paulucci, la prima donna naturalista italiana, figlia di Ferdinando Panciatichi Ximenes d’Aragona, proprietario un tempo del Castello di Sammezzano.
Grazie a lei sono pervenuti una collezione di molluschi esposta a Parigi nel 1878, un vasto erbario, un’ampia gamma di uccelli imbalsamati e uno dei primi ritratti fotografici di giardini in Italia, che ha consentito di reintrodurre nel Parco Romantico specie coltivate nell’Ottocento.

La storia del parco e dei suoi illustri personaggi
“Questo giardino conserva una stratificazione unica di tre secoli di arte del paesaggio europeo, dove ogni epoca ha lasciato la propria impronta attraverso personalità straordinarie. Marianna Panciatichi, una donna intelligentissima, capace e anche molto determinata, trasformò questo luogo in un vero e proprio orto botanico privato dedito allo scambio di sementi e di specie botaniche”, spiega Carlo Mambriani, storico dell’architettura e consulente storico del progetto. “Dopo di lei, Luigi Magnani con la sua sensibilità di grande collezionista ha arricchito questo patrimonio vivente con il suo raffinato giardino all’italiana”.
Se dunque la La Villa dei Capolavori di Mamiano di Traversetolo ospita la collezione di Luigi Magnani, conservando non solo opere di grande valore storico e artistico, che testimoniano la vitalità culturale della dimora e dei suoi proprietari, il Parco Romantico è l’ambiente in cui hanno trovato ristoro gli illustri ospiti della Villa.
Qui hanno passeggiato Giorgio Morandi, Eugenio Montale, Giuseppe Ungaretti, Alberto Moravia, Italo Calvino, Giacomo Manzù e la Principessa Margaret d’Inghilterra. Oggi i visitatori possono respirare quella stessa atmosfera cosmopolita e conviviale all’ombra del cedro del libano o della sequoia secolare, testimoni viventi di una stagione irripetibile della cultura europea, di cui i coniugi Giuseppe Magnani e Eugenia Rocca sono stati grandi promotori.
Roberta Pisa
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