Il Bacio di Klimt diventa NFT in occasione di San Valentino

Il Bacio di Klimt si fa in 10 mila pezzi per San Valentino: ogni piccola parte sarà un NFT da poter acquistare e regalare con tanto di dedica. In questo video vi spieghiamo come diventare proprietari di un frammento di questo capolavoro

Il Museo Belvedere di Vienna ha lanciato per la prima volta la vendita di NFT e lo fa in occasione del San Valentino. Ad essere trasformato in arte digitale è uno dei dipinti più famosi di Gustav Klimt: Il Bacio.

IL BACIO DI KLIMT TRASFORMATO IN 10 MILA NFT

La celebre opera, che ritrae due amanti stretti in un abbraccio coronato da un bacio, è stata suddivisa in 10.000 piccole parti, ciascuna unica e certificata. Chiunque può diventare proprietario di uno di questi frammenti, acquistabili al prezzo di 1,850 euro. Gli acquirenti possono registrarsi come proprietari del loro pezzo sulla piattaforma thekiss.art, dove l’immagine del capolavoro può essere visualizzata nella sua interezza. Dopo una prima fase di whitelisting partita lo scorso 26 gennaio, in cui gli interessati possono registrarsi sul sito dedicato, il 9 febbraio, ciascuno di loro riceverà l’autorizzazione all’acquisto di NFT coniati di un pezzo del dipinto digitale e si perfezionerà così la transazione. I 10.000 segmenti saranno assegnati casualmente.

UN REGALO PERFETTO PER SAN VALENTINO

Il drop, o rilascio ufficiale degli NFT, avverrà entro San Valentino: il 14 febbraio i certificati NFT emessi mostreranno quindi esattamente quale parte digitale del dipinto è stata acquistata e potranno essere accompagnati da una speciale dedica d’amore visibile sulla piattaforma del progetto. Un tempismo che riporta in auge un dipinto che da sempre è un cavallo di battaglia per la festività dedicata agli innamorati. Ma poiché nulla è per sempre, come capita anche nelle storie d’amore, questi speciali NFT possono essere rivenduti tramite qualsiasi piattaforma di vendita disponibile.

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Roberta Pisa

Roberta Pisa

Vive a Roma dove si è laureata in Scienze politiche e Relazioni internazionali. Da sempre si occupa di cultura e comunicazione digitale. Dal 2015 è pubblicista e per Artribune segue le attività social.

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