One more Jump. Il parkour come metafora di vita

Abbiamo intervistato Emanuele Gerosa, regista di “One more Jump”, una storia di sport, amicizia, politica e soprattutto vita vissuta. A fare da filo conduttore c'è la pratica del parkour, che si trasforma in una metafora per raccontare un modo di stare al mondo

Quando Abdallah – fondatore e leader storico del Gaza Parkour Team – viene invitato in Italia per partecipare a un workshop, decide di lasciare la striscia di Gaza per diventare un atleta professionista in Europa. Un sogno che si stava per realizzare. Eppure oggi, dopo qualche anno dal suo arrivo nel nostro Paese, Abdallah guadagna il minimo per sopravvivere, cerca continuamente un lavoro ma non ha smesso di allenarsi. Non ha voglia di sentire i suoi vecchi compagni di squadra e al tempo stesso loro si sentono traditi. Tra tutti, Jehad che vive ancora segregato nella striscia di Gaza e ogni giorno si allena duramente con i membri più giovani del team. Lo sport tiene vive le loro speranze e anche lui sogna di poter lasciare un giorno quella terra tanto dilaniata. Emanuele Gerosa con One more jump racconta uno sport, racconta due storie e mostra una società politica e civile lontanissima dalla nostra. In questo documentario il parkour, per molti sport estremo, si trasforma in metafora di vita, di sopravvivenza.

– Margherita Bordino

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Margherita Bordino

Margherita Bordino

Classe 1989. Calabrese trapiantata a Roma, prima per il giornalismo d’inchiesta e poi per la settima arte. Vive per scrivere e scrive per vivere, se possibile di cinema o politica. Con la valigia in mano tutto l’anno, quasi sempre in…

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