In potenza sono tutto. Il progetto di Cecilia Luci sulla detenzione femminile

Un estratto del progetto di Cecilia Luci sul tema della detenzione. Dopo la performance svoltosi presso la Casa Internazionale delle Donne di Roma, un video resta a documentare e raccontare l'opera

La Casa Internazionale delle Donne, in collaborazione con l’UDI – Unione Donne in Italia, ha ospitato lo scorso 23 gennaio a Roma il progetto In potenza sono tutto di Cecilia Luci, curato da Benedetta Carpi De Resmini. L’opera nasce da un lavoro che l’artista ha realizzato negli ultimi tre anni attraverso l’incontro e il confronto con alcune detenute delle carceri italiane con l’obiettivo di mettere a confronto donne con un passato doloroso, vittime di una società che non ha saputo comprenderle e aiutarle.
Come sottolinea la curatrice Benedetta Carpi De Resmini “La volontà dell’artista è quella di promuovere una riflessione e stimolare l’opinione pubblica sul tema gravoso della detenzione, indagando l’aspetto più intimo delle detenute attraverso l’ingresso in un luogo che, essendo apparentemente inaccessibile (il carcere), risulta metaforico dell’altrettanto apparentemente inaccessibile animo umano”.
Il progetto è costruito grazie alle testimonianze e ai volti delle donne del carcere di Rebibbia, con i loro dolori e le loro paure, poste a fianco delle monache che hanno abitato nel complesso del Buon Pastore, ex convento e primo carcere femminile istituito dallo stato della Chiesa. Il video realizzato dall’artista e girato negli stessi spazi, sarà visibile al pubblico fino al 31 gennaio 2019. Ne pubblichiamo qui un breve estratto.

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Redazione

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